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Monfalcone: la piccola borghesia leghista presenta il suo primo regolamento comunale

(9 Giugno 2017)

Anna Maria Cisint

Anna Maria Cisint

Proprio nei giorni in cui la Lega Nord alla commissione bilancio della Camera ha dato il suo appoggio al governo Gentiloni per l’introduzione della prestazione occasionale, nuovo dispositivo di controllo totale sull’umana forza-lavoro e micidiale arma per scardinare gli istituti di tutela dei contratti nazionali, la giunta leghista Cisint, respinta dal 69% degli elettori monfalconesi che hanno scelto l’astensione dal voto o altri candidati, ha fatto eco varando il nuovo regolamento di polizia municipale in piena applicazione di quella visione da piccola borghesia padronale che declina l’amministrazione pubblica ad azienda locale di famiglia.
La crociata isterica contro il velo integrale che viene bandito dagli edifici di proprietà pubblica (uffici, scuole, asili, biblioteca) pena una multa sino a 300 €, e che colpisce persino le pertinenze degli impianti sportivi mettendo in difficoltà i relativi custodi come gli stessi hanno denunciato pubblicamente, emerge come ripicca verso la comunità bangladese vista come fattore principale di degrado del “decoro urbano” (oramai elevato a mito estetico nazional-securitario).
D’altro canto la norma repressiva nei confronti della bestemmia, pure inserita nel nuovo regolamento, al di là delle suggestioni amene che può alimentare, rivela la vocazione verso un cattolicesimo di Stato a detrimento della laicità istituzionale e della libera espressione del pensiero ateo. Del resto è noto il rifiuto della sindaca di presiedere alla costituzione di unioni civili tra persone dello stesso sesso.
In questo contesto padronal-populistico, la stessa attività di captazione di curricula per posizioni lavorative, avviata su iniziativa personale della sindaca al fine di smistare le candidature direttamente alle aziende, rischia di assumere un contenuto di corsia preferenziale rispetto alle altre forme di intermediazione.
Ma la sostanza del quadro generale è data dalla mutazione, di fatto, del servizio di Polizia municipale. L’obbligo del reporting accentrato, l’armamento del personale con il tonfa per il nuovo servizio notturno, prefigurano la trasformazione progressiva del Corpo in uno strumento nelle mani del sindaco per interventi diretti di natura socio-politica come già accade in altre città interessate da provvedimenti simili. E’ una questione dagli sviluppi delicati visto il livello di sindacalizzazione del personale – con la maggioranza della Cgil - e il ruolo di alcuni come Rsu firmatarie di contratti integrativi con amministrazioni comunali.
La risposta dei dipendenti comunali interessati – che ha prodotto un’assemblea partecipata come non si vedeva da decenni – lascia la situazione sostanzialmente sub judice rispetto i protocolli di implementazione del nuovo servizio.
Tutto questo può essere la prima avvisaglia dell’emersione di quel fronte di contraddizione operativa tra la nuova amministrazione e le caratteristiche sindacali della forza-lavoro comunale che il nucleo isontino del PCL aveva già evidenziato come possibilità all’indomani della vittoria elettorale della leghista Cisint.

Partito Comunista dei Lavoratori - nucleo isontino

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