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Drones su Gaza

Drones su Gaza

(21 Agosto 2011) Enzo Apicella
L'esercito sionista attacca Gaza con missili e droni. Almeno 15 i palestinesi assassinati. Decine i feriti

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    (Palestina occupata)

    Striscia di Gaza con 2-3 ore di elettricità al giorno a causa dei tagli di Israele e ANP

    (20 Giugno 2017)

    Robert Piper

    Robert Piper

    Ramallah-Ma’an. Lunedì, Israele ha iniziato a ridurre i rifornimenti elettrici alla Striscia di Gaza assediata, nonostante sia stato invitato dalle organizzazioni umanitarie a non attuare la decisione richiesta dell’Autorità palestinese (ANP).
    La società elettrica di Gaza, la Gaza Electricity Distribution Corporation, ha dichiarato in una comunicato, lunedì, che le reti israeliane che riforniscono la Striscia di Gaza hanno ridotto la loro produzione da 120 a 112 megawatt.
    Il comunicato ha spiegato che la riduzione ha colpito due griglie – una conosciuta come la Linea di Baghdad che alimenta il distretto della città di Gaza, e la Griglia 11 che alimenta Khan Yunis nella Striscia meridionale – che avevano precedentemente prodotto un insieme di 24 megawatt di potenza e che ora stanno producendo solo 16 megawatt.
    Il portavoce dell’azienda elettrica, Muhammad Thabet, ha dichiarato che la riduzione significa che l’energia sarà fornita solo da due a tre ore al giorno.
    Israele ha annunciato la decisione di tagliare le forniture la scorsa settimana, dopo che il presidente palestinese Mahmoud Abbas aveva dichiarato che l’ANP, con base nella Cisgiordania occupata, non avrebbe più pagato l’importo totale della bolletta elettrica mensile. Israele e l’ANP hanno accusato Hamas di raccogliere milioni di shekel in tasse, a Gaza, ogni mese senza trasferire i soldi all’ANP.
    Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri ha dichiarato in una comunicato diramato lunedì che “l’occupazione israeliana è prevalentemente responsabile delle conseguenze della riduzione dell’energia elettrica, perché Israele raccoglie le tasse dai Palestinesi alle frontiere di Gaza, che sono più che sufficienti per coprire le esigenze di elettricità della Striscia di Gaza”.
    Un altro portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, ha dichiarato, in un comunicato ufficiale, che sia Israele che Abbas sono responsabili delle “conseguenze disastrose delle riduzioni di energia elettrica e di bloccare le forniture di combustibili per la centrale elettrica della Striscia di Gaza”.
    L’unica centrale elettrica di Gaza venne chiusa in aprile, in quanto i funzionari avevano dichiarato di non poter pagare una tassa imposta dall’ANP sul gasolio che avrebbe raddoppiato i costi di funzionamento dell’impianto.
    Di conseguenza, i Gazawi sono passati da otto ore di elettricità al giorno a a tre o quattro.
    Barhoum ha affermato che le misure israeliane e dell’ANP potrebbero “accelerare il deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza, perché influenzano ogni aspetto della vita quotidiana”.
    Ha esortato le fazioni palestinesi a resistere alle azioni israeliane e dell’ANP e a prepararsi ad ulteriori progetti che mirano a “liquidare la causa palestinese”.
    Gaza, che ha superato il 10° anno di blocco israeliano, la scorsa settimana, lotta da anni per la carenza di energia dovuta all’accesso limitato di combustibili e alle infrastrutture degradate.
    Un gruppo di 16 organizzazioni della società civile ha invitato le autorità israeliane, mercoledì 14, a riconsiderare la limitazione della produzione di elettricità a Gaza, condannando la decisione come “non correlata a esigenze concrete di sicurezza” e di “natura politica”, quindi in violazione del diritto internazionale.
    “Israele non può pretendere di essere solo un fornitore di servizi, rispondendo in modo neutro alla richiesta di un cliente. Dato il suo ampio controllo sulla vita nella Striscia, Israele è responsabile, come forza occupante nel garantire una vita normale ai residenti”.
    La riduzione dell’energia avrà effetti immediati e disastrosi nel settore medico in particolare, che è anche influenzato dai tagli di bilancio dell’ANP, mettendo a rischio centinaia di pazienti.
    Mentre il coordinatore umanitario dell’ONU nei Territori palestinesi occupati, Robert Piper, ha definito la sempre più grave crisi a Gaza come “una disputa interna palestinese”, i gruppi di diritti hanno dato la colpa maggiore all’assedio israeliano.
    L’ONG israeliana B’Tselem ha accusato il blocco su Gaza di portare la regione “al disastro umanitario”, aggiungendo che Israele “sta riducendo i residenti di Gaza a vivere in una povertà abietta e in condizioni disumane senza precedenti nel mondo moderno”.
    “Non si tratta di disastro naturale -ha aggiunto B’Tselem-. Se fosse così, avrebbe probabilmente inviato aiuti umanitari. Invece la realtà a Gaza è il risultato dell’opera di Israele, prodotta dall’applicazione decennale di una politica brutale”.

    Agenzia stampa Infopal

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