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60 anni di crimini di Israele

Nakba

(15 Maggio 2010) Enzo Apicella
62° anniversario della Nakba palestinese

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(Imperialismo e guerra)

In risposta alla Comunità Ebraica, che rifiuta la proposta di dedicare una strada o un parco alla memoria di Yasser Arafat

(10 Agosto 2017)

Arafat di nuovo

Il proverbio arabo dice: se non hai pudore, puoi dire e fare tutto quello che vuoi:

Non è possibile che uno stato che occupa militarmente da più di 50 anni un altro paese, violando e negando ogni Diritto del suo popolo, continui a non rispettare nessuna delle decine e decine delle risoluzioni dell’ONU e della legalità internazionale. Tutto il mondo ha riconosciuto l’opzione due stati per due popoli come unica e valida soluzione del conflitto mediorientale, tranne lo stato d'Israele.

L’Italia nel 1980, sotto la presidenza di Giulio Andreotti, ha riunito tutto l’Europa approvando la famosa Dichiarazione di Venezia, sul riconoscimento del Diritto del popolo palestinese all’Autodeterminazione e alla creazione del suo stato, libero ed indipendente, con Gerusalemme Est sua capitale, a fianco dello stato di Israele.

Arafat si recò a New York nel 1974 all’assemblea Generale, per offrire il ramoscello d’olivo all’occupante israeliano, nel 1993 a Washington a firmare gli accordi di Oslo, insieme al premier israeliano generale Yitzhak Rabin, per la quale presero entrambe il Nobel per la Pace.

Non è possibile ed accettabile che la comunità ebraica romana, continui a lanciare messaggi di discordia e di guerra contro qualsiasi cenno o passo di pace o di buona convivenza. Il popolo palestinese continua a soffrire e pagare il prezzo dell’occupazione e della politica aggressiva dei governanti israeliani. E’ compito della Comunità Internazionale, dell’ONU, dell’Europa premere per porre fine a questa pericolosa ed esplosiva situazione mediorientale.

E’ giunto il momento perché anche il Comune di Roma, dopo 13 anni di aspettativa di dedicare una strada o un parco a nome del simbolo della lotta palestinese e mondiale per la giustizia, la libertà e la pace, come lo definiva il grande leader sud africano, Nelson Mandela.

Chiediamo al Comune, di lanciare un forte messaggio di pace, di solidarietà e di coerenza, di compiere questo passo a nome della Giunta Capitolina e a nome della città di Roma, capitale della repubblica italiana e del cristianesimo verso la martoriata terra santa di Gesù cristo. Proprio ora, dove regna una situazione dura, difficile e pericolosa di stallo. Particolarmente dopo aver intitolato un parco alla memoria di Rabin e altre piazze a personaggi sionisti ed altro, non vediamo perché non ci deve essere anche uno intitolata ad Arafat, alla Palestina, alla Palestina, all’intellettuale Wael Zwaiter barbaramente assassinato a Roma nel 1972 dai sicari del Moussad o alle vittime delle infinite strage israeliane contro il popolo palestinese, come quelli di deir Yassin del 1948 o di Sabra e Chatila nei campi profughi palestinesi in Libano del 1982…

Siamo tutti chiamati al rispetto delle leggi della Repubblica e delle regole della convivenza civile e alla denuncia e alla condanna della politica dell’oltranzismo, del ricatto e delle provocazioni.

Il Comune di Roma e la Sua Giunta è chiamato a rispondere al suo ruolo e alla sua responsabilità, dinanzi ad una richiesta legittima e civile di migliaia e migliaia di cittadini romani ed italiani.

La Comunità Palestinese di Roma e del Lazio

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