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La sola ripresa possibile

(18 Settembre 2017)

Continua il lento e modesto andamento dell’economia italiana. La lunga serie di piccoli segni positivi (dieci trimestri consecutivi - due anni mezzo - con un aumento complessivo del 2,9%) non costituisce però una ripresa. Il ritmo è poco più di un terzo rispetto alla ripresa del 1999-2000.
Il Pil italiano è ancora sotto del 6,8% rispetto il picco pre-crisi; la produzione industriale è sotto del 21%.
I senza lavoro sono 7,7 milioni (la disoccupazione giovanile è al 40%), mentre il precariato dilaga e vi sono 5 milioni di persone in povertà assoluta.
Non c’è nessuna crescita, contrariamente alle balle del governo. Le prospettive sono inscritte nelle vicende degli ultimi mesi: ulteriore decomposizione e declino delll’imperialismo italiano; peggioramento sotto ogni punto di vista: economico, politico, sociale, morale, ambientale.
Questa è la realtà di un capitalismo malato cronico, che si dibatte in una prolungata stagnazione intervallata da recessioni profonde, all’interno di una situazione internazionale che non ha visto un auge dopo il crollo del 2008 e si avvia verso una nuova crisi ciclica di sovrapproduzione. Intanto si preparano nuove guerre imperialiste.
In questo quadro il governo Gentiloni inizia la discussione della legge di “instabilità”, pesantemente condizionata dai diktat dell’UE.
Fra le misure si prevede l’aumento dell’IVA (più tasse sui consumi popolari) e la solita finta lotta all’evasione, mentre si concedono altri sgravi ai capitalisti. Dopo aver regalato miliardi alle banche, si continua a tagliare la spesa pubblica.
L’attacco borghese non si ferma qui. Nel mirino di governo e padroni ci sono il diritto di sciopero, i licenziamenti in numerose aziende (200 mila posti di lavoro a rischio), l’aumento automatico dell’età pensionabile, la privatizzazione dei trasporti, i contratti truffa del pubblico impiego, il diritto allo studio...
La sola ripresa possibile, necessaria e urgente, è quella della lotta di classe degli sfruttati. I motivi non mancano certo.
Dobbiamo favorire questo processo dando impulso al fronte unico proletario dal basso, collegando strettamente il programma del rovesciamento rivoluzionario del capitalismo alle rivendicazioni parziali che contano sull’appoggio di vaste masse lavoratrici.
Comunisti e operai avanzati, cooperiamo!

Da Scintilla n. 82, settembre 2017

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