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Sicilia e Ostia: onda astensionista
RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI a RITROVARE il VOTANTE MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO in SICILIA e ad OSTIA?

(7 Novembre 2017)

s'è votato

Una volta i “gruppettari” erano extraparlamentari.
Adesso stanno dentro il parlamento.
Deputati e senatori, spesso nemmeno eletti,
talvolta rappresentano minoranze residuali di amici e clienti.
Eppure governano o fingono di opporsi,
approvando leggi al servizio dei loro padroni italiani ed europei.
Gruppi espressioni di lobby al servizio del potere,
minoranze senza numeri ma con la forza organizzata dello stato e dei suoi uomini armati, comandano!
Gli altri, i governati,
la maggioranza numerica ma senza forza né organizzazione, subisce!
Forza e numeri, 2 entità contraddittorie nascoste dall'ideologia del “diritto” democratico, cioè del diritto a comandare senza averne mandato e numeri, ed a subire avendo la maggioranza,
ma non la forza.
A “cambiare” musicanti senza cambiare lo spartito ci pensano di tanto in tanto le elezioni, per altro sempre meno frequentate.
La democrazia della “dolce” coercizione garantisce alla minoranza proprietaria la “libertà” di opprimere la maggioranza proletaria.

Democraticamente, s'intende!

RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI
a RITROVARE il VOTANTE MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO in SICILIA ed OSTIA?

L'onda lunga astensionista sta relegando il rito elettorale
tra le anticaglie dei ricordi.
In Sicilia 1 elettore su 2 ha votato, a Ostia 1 su 3!
67mila elettori su 186mila aventi diritto a Ostia, il 36%.
In Sicilia meno di 2,2 milioni di siciliani
su 4,6 milioni di aventi diritto, il 46%.
Le solite tempestine nel bicchieretto d'acqua dei partiti non possono eludere un contesto dove costoro “rappresentano” nemmeno il 50% dell'elettorato.
Le omelie dei vari gruppetti politici che sembrano parlare al mondo, e che già proiettano le loro tante “vittorie” o le loro poche “sconfitte” nelle prossime elezioni politiche del 2018, riguardano ormai nemmeno metà elettorato.
Sul fronte dei risultati si registra in Sicilia l'affondamento di Renzi ad opera del resuscitato Berlusconi, del suo centrodestra e del suo popolo impresentabile, mentre la “banda degli onesti” grillina si conferma 1° partito ma non riesce ad avere il presidente regionale.
Ad Ostia, dove si andrà al ballottaggio tra centrodestra e M5stelle (che hanno dimezzato i voti!), i distributori di pacchi di pasta di casapound arrivano al 9%, ad un passo dal commissariato P.D..
Insomma, quei pochi che hanno votato, hanno decretato il riaccorpamento del centrodestra prodromo di future coalizioni anche governative, la conferma della presenza grillina nel prossimo esecutivo, il ridimensionamento ulteriore della “stella cadente” renziana, l'inutilità di altre sinistre....ed il definitivo sdoganamento di raggruppamenti fascisti, possibili prossimi utili aghi di bilance parlamentari.
Probabilmente, la “chiarezza” di questi risultati locali non si ripeterà nelle politiche dove, a meno di accozzaglie raccogliticce dell'ultima ora, dominerà un'instabilità anticipatrice di possibili nuove date elettorali.
L'unico dato certo, costante, ed in crescita, è l'astensionismo.
Nonostante fosse stato additato da tutti come il 1° nemico, e nonostante i “recuperatori” di voti sinistri e grillini.
Certo, l'astensionismo è interclassista, ed in molta sua parte, incosciente.
E' un moto di rabbia contro incompetenze e corruzioni, un rifiuto a delegare, ma anche una sfiducia trasversale nello strumento elettorale, ritenuto incapace a cambiare veramente le cose.
E' una vibrazione profonda che percorre l'intero corpo sociale, ma anche uno spazio politico enorme che, se non occupato da un intervento di classe selettivo e coscientizzante, verrà certamente occupato da qualcun'altro.
Che del resto ci sa già provando, con le ronde xenofobe e razziste, o cercando di ricompattare i malumori contro il nemico esterno, contro il proletariato migrante.
Per noi il nemico è interno, e di classe.
La sfiducia di massa dell'astensionismo è diventata maggioranza, ma non basta.
Occorre organizzarla questa sfiducia perché acquisti forza, consapevolezza, per scagliarla contro i padroni, ed i suoi servi “gruppettari”.

Pino ferroviere

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