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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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70 anni di svuotamento repubblicano

(2 Gennaio 2018)

Beniamino Andreatta

Beniamino Andreatta

Leggo sempre con interesse ed attenzione i pensieri espressi su Il Pane e le Rose da Franco Astengo anche se non sempre collimano con i miei, ciò forse è dovuto al fatto che io sono un pensionato operaio e Astengo un intellettuale. Sostanzialmente io ho un ragionamento rozzo, vado cioè, senza tanti giri di parole, al sodo. Ritorno a scrivere a il Pane e le Rose avendo letto l’articolo di Astengo sui 70 anni della Repubblica per dire che non è da ora il decadimento dello Stato Repubblicano, non è da 10 o 20 anni ma, come minimo, dagli anni ’70, da quando cioè la Res Publica e sempre più divenuta Res Privata. In special modo da quando cominciarono timidamente le prime privatizzazioni, che non furono mai denunciate come attacchi alla Res Publica nemmeno da quella Casta Berlingueriana che anzi, al XV Congresso del PCI eliminò l’Art.5 dello Statuto, dando così via libera all’entrata nel Partito alle istanze ideologiche privatistiche borghesi. Dopodiché con la progressiva entrata dell’Italia nell’organizzazione (mafiosa, secondo me) dell’Europa, si arrivò (1981) al “divorzio” tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia, effettuato da Andreatta, che accentuò di brutto il debito pubblico, della qual cosa l’Andreatta si accorse dopo… (per dire di che livello sono i nostri responsabili governativi!!!), basta leggere la lettera dello stesso al Sole-24Ore. Dagli anni ’70 è cominciata l’erosione della Repubblica, nessuno degli intellettuali della sinistra di allora se ne occupò, nessuno degli intellettuali di sinistra chiamò i lavoratori alla difesa della Res Publica, anzi il D’Alema quando fu capo del Governo accentuò le privatizzazioni delle Banche che erano sotto controllo Statale, senza alcuna opposizione da sinistra in difesa della Res Publica.
In questi frangenti è triste ricordare i 70 anni della Repubblica svuotata della Res Publica, è come un nobile che ha perduto la nobiltà ma pensa ancora di esserlo.

Rolando

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