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(28 Settembre 2012) Enzo Apicella
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Rinnovo del contratto degli enti locali, resta il precariato selvaggio!

(23 Febbraio 2018)

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Grande assente dalle analisi sul rinnovo contrattuale degli enti locali è la massa di persone che lavorano per i comuni. E nel settore dei servizi sociosanitari, in cooperativa, somministrate da agenzie interinali, in società partecipate dai comuni dove ha spazio il precariato selvaggio.

Torna invece protagonista la concertazione. Avremo tre padroni: un ceto politico,sempre più screditato; una dirigenza senza alcuna autorevolezza; i sindacati confederali che tornano protagonisti come ad ogni governo di “centro-sinistra”.

Abbiamo avuto una mancia elettorale? La cosa in se stessa non è un male: bisogna avere l’intelligenza di quando la controparte è debole e si può ottenere qualcosa. In particolari momenti ( elezioni; una maggioranza politica debole: una crisi politica in un comune) la controparte di noi che lavoriamo negli enti locali è più debole. Cosa hanno ottenuto le grandi centrali sindacali per 467.000 lavoratori degli enti locali, dopo anni in cui la stabilità del posto di lavoro era scambiata col blocco degli aumenti contrattuali? Più soldi, compresi gli arretrati. I calcoli in media e le proiezioni non compenseranno l’aumento del costo della vita e le tasse,pedaggi,tariffe,rate di mutui, affitti che dobbiamo pagare.

Dopo le elezioni, se si confermerà questa maggioranza di governo, ripartirà la contrattazione sindacale per aprire due settori ( agenti di polizia municipale,educatrici), cambiare il modo di fruire le ferie etc.

E’ la burocrazia confederale che, nella tutela di se stessa,oggi esce vincitrice, ma se alla elezioni politiche tra pochi giorni vincono i grillini o Forza Italia, la stessa burocrazia torna nell’angolo a gestire 730 e fondi pensione. All’attuale modello di corporativismo democratico, subentrerà un altro modello

Più importante delle sorti della burocrazia confederale, è il processo di stabilizzazione dei precari iniziato con la legge Madia: è un grande esempio della forza che il lavoro esercita quotidianamente, fino a trasformarsi in legge che stabilizza i precari.

La risposta di Usi Sanità Siena e Usi Lel Carrara a tutto questo, non è di rifare tante piccole Cgil, ma:

l’unità tra tutte le persone che lavorano per il comune, servizi sociosanitari, al di là del contratto di lavoro che hanno;

l’abolizione delle posizione organizzative e recupero salariale tra la maggioranza delle persone che lavorano col contratto enti locali;

la creazione di terminali associativi ex CCNQ del 7/8/1998 al posto delle rsu dominate dai confederali;

la lotta alla micro-repressione;

la conflittualità come principio regolatore al posto delle concertazione;

la prospettiva di azione comunalista.

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