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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Editoriale del n. 87 di "Scintilla"

(15 Marzo 2018)

Le elezioni hanno visto l’ulteriore crescita del non voto e del voto di protesta, che hanno profondamente trasformato gli equilibri politici italiani. Questo fenomeno è stato alimentato da settori della classe operaia e da giovani disoccupati che hanno subìto un continuo peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro a causa delle politiche di austerità volute dai governi e dalla UE.
Milioni di proletari non si sentono più rappresentati dai partiti tradizionali, si sentono abbandonati dai liberal-riformisti. Perciò li hanno puniti, sancendo la sconfitta di Renzi. e di Berlusconi.
Il crollo del PD ha investito anche i socialdemocratici di destra e di sinistra. Questi ultimi non hanno saputo far di meglio che festeggiare il proprio funerale.
Il voto antisistema è un’espressione della rabbia, della sfiducia e dell’opposizione delle masse sfruttate e di ampi strati di piccola borghesia impoverita contro un sistema di rapina e corruzione, il tentativo di sbarazzarsi dei rappresentanti politici più smaccatamente asserviti all’oligarchia finanziaria.
Si tratta di un grande potenziale di malcontento e di ribellione, dalle idee confuse, su cui occorre lavorare per trasformare il rifiuto e la protesta in coscienza e organizzazione politica di classe.
Il proletariato e le masse popolari, prive di una fisionomia politica e di una coscienza di classe, sono oggi attratti dalle forze populiste, xenofobe e nazionaliste, che li ingannano con la loro demagogia “sociale”. Si tratta di un fenomeno di tipo internazionale, pilotato da settori del capitale finanziario.
Per uscire da questa situazione e rafforzare la resistenza operaia e popolare contro le politiche del capitale, è di grande importanza lottare con il fronte unico contro ogni governo dele classi sfruttatrici che si formerà, sia esso di larghe intese, reazionario o populista.
Ma soprattutto è essenziale rilanciare il lavoro per il partito indipendente e rivoluzionario della classe operaia, strumento indispensabile della sua emancipazione. Questo partito non potrà essere altro che l’unione dei comunisti e degli elementi di avanguardia del proletariato.
Esso dovrà necessariamente attraversare alcune fasi di sviluppo, a cominciare dalla costruzione di un suo embrione che abbia solide fondamenta organizzative e ideologiche marxiste-leniniste e si radichi nella classe.
Siamo a disposizione di questo compito urgente e chiamiamo alla discussione e all’attività in comune gli operai avanzati e i comunisti che sentono come proprio dovere la costruzione di un'alternativa rivoluzionaria e socialista al marcio sistema capitalista.

Da Scintilla n. 87 – marzo 2018

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