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25 Aprile

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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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SITI WEB
(Ora e sempre Resistenza)

Silvio Antonini, "La Battaglia di Cable street, La Disfatta delle camicie nere inglesi e la nascita dell’Antifascismo militante europeo"

(Roma, Red star press, 2017, pp. 128 , € 13.00)

(16 Marzo 2018)

di nuovo la battaglia di cable street

Il 4 ottobre del 1936 si tenne una capitale battaglia nei quartieri dell’East end londinese, un’area estremamente povera, dove centinaia di migliaia di persone vivevano in condizioni di estrema indigenza. Potremmo paragonare un quartiere come quello di Stepney, tra i più poveri dell’East end, ad alcuni della Roma di oggi, tipo San Basilio o Tiburtino Terzo, dove sono in atto sgomberi massicci e violenti ai danni di persone povere, disagiate e inermi, alle quali viene sottratto tutto, anche i minimi elementi di sopravvivenza, come una casa e i servizi essenziali. Allora come ora, i movimenti fascisti cercano di scatenare odio sociale tra persone che vivono lo stesso livello di disagio ma di diversa etnia, spostando così l’attenzione dai veri responsabili delle tragiche diseguaglianze sociali, con cui sono da sempre collusi, ovvero gli intoccabili, la ricca classe dirigente che decide e mette in atto, a vari livelli, disumane politiche, abitative e oltre.

Cable street ci mostra una strada percorribile per fermare e sconfiggere il fascismo, attraverso pratiche attive, di reale solidarietà e mutualismo, di organizzazione efficace e determinante. Pratiche di contrasto all’odio, al razzismo e al fanatismo, generati dalla avanzata disumanizzazione ed alienazione dell’essere umano. “Sebbene loro stessi disperatamente poveri, gli abitanti dell’East End hanno organizzato l’appoggio, confezionando scarpe, provviste e, in alcuni casi, volontari per combattere il fascismo in Spagna. Non era importante dove si consumasse l’ingiustizia, il grido era lo stesso: No pasaràn!”, scrive Sara Sackman, a proposito del sostegno delle popolazioni dell’Est londinese alla Repubblica di Spagna.

Quella di Cable street è stata una battaglia proletaria, interetnica, dove le donne hanno avuto un ruolo attivo e determinante. In ogni precisa fase di contrasto all’avanzata dei fascisti, la battaglia è riuscita ad avere la meglio, vedendo i compagni e le compagne uniti e in grado di smantellare la marcia ed ogni tentativo di prevaricazione da parte dei fascisti che, spalleggiati dalla polizia, cercarono di mettere in atto la loro inaudita violenza verso le fasce più vulnerabili della popolazione. Questa battaglia ci insegna che fermare la disumanizzazione dell’uomo e della società è possibile, recuperando quel senso di affratellamento capillare di cui abbiamo assoluta necessità e urgenza. Ci insegna come scongiurare l’avanzata delle destre ed il reclutamento in atto, subdolo e strisciante, che imprigiona enormi fasce di popolazione, giovani in particolare, sfruttando situazioni di estremo disagio e abbandono. La destra sguazza e si impone nei luoghi dove queste sono ormai normalità accettata per riuscire a stento a sopravvivere, con il pericolo di rimanere ingabbiata negli schemi annichilenti e disumanizzanti della destra. Citando un passo del libro, in merito ai programmi della British union of fascists: “ La libertà del cittadino finisce quando inizia quella dello stato fascista”.

Sulla base di vittorie fondamentali come Cable street, è necessario rilanciare la lotta che ci vede uniti e ci ritrova umani, che si apre al grido appunto umano, solidale e combattente di “No Pasaran!”

Francesca Zaccari
Mediatrice culturale e militante antifascista, Roma

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