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Imperialismo e guerra:: Altre notizie

NEPAL: INTERESSI IMPERIALISTICI
ED ILLUSIONI PROLETARIE

(26 Marzo 2018)

Dal n. 63 di "Alternativa di Classe"

Khadga Prasad Sharma Oli,

Khadga Prasad Sharma Oli

Il Presidente del Partito comunista del Nepal marxista-leninista Unificato (Cpn-Uml), Khadga Prasad Sharma Oli,è stato incaricato di formare il nuovo Governo dal Presidente della Repubblica nepalese, Bidhya Devi Bhandari. I ”comunisti” hanno vinto le elezioni parlamentari e quelle provinciali, che si sono svolte rispettivamente il 26 Novembre e il 7 Dicembre '17.
In Parlamento, Oli con l'alleato Partito comunista del Nepal - Centro maoista (Cpn-Cm), presieduto da Pushpa Kamal Dahal “Prachanda”, controllerà quasi i due terzi dei seggi. Il partito che era prima al potere, il Partito del Congresso nepalese, è stato indebolito da scandali di corruzione e poco ha fatto contro le pressioni dell'imperialismo indiano.
Nel suo primo decennio d'esistenza, il Partito “comunista” nepalese predicò l'abolizione della monarchia e la creazione di una repubblica e di un'Assemblea costituente, rimanendo però lacerato al suo interno (non tutti erano contro la monarchia (!...) e per le elezioni). La lotta armata diventò un'opzione durante il quarto congresso del Partito, nel 1965, ed ha diviso i “comunisti“ nepalesi fino al 2006, anno in cui ha smesso di essere presa in considerazione. Il grosso della sinistra nepalese non aveva mai preso le armi. Aveva organizzato lotte di popolo contro la monarchia, l'autorità feudale e le relazioni di proprietà capitalistiche.
Il Fronte unito della sinistra, nato nel 1990 con l'obiettivo di combattere per un sistema democratico, era guidato da quello che sarebbe poi diventato il Partito comunista del Nepal, pilastro dell'attuale alleanza di governo. Altra forza politica determinante è il Partito comunista maoista. Le due principali correnti del “comunismo” nepalese, emerse dopo il 1949, anno in cui fu fondato a Calcutta, in India, il Partito “comunista” nepalese, ora si riuniranno.
Il Nepal è uno dei Paesi più poveri del mondo, che ha subito un devastante terremoto nel 2015. Dopo il terremoto, un embargo economico, non ufficialmente dichiarato, da parte dell'India, che ha bloccato il rifornimento di gas e benzina, provocando una pesante crisi energetica, mettendo in grande difficoltà la popolazione, colpita anche dalla scarsità di prodotti alimentari. L'imperialismo indiano, per mantenere l'egemonia sul Nepal, ha tentato di coprire i suoi interessi economici con la difesa della minoranza etnica madhese.
Il Nepal è ricco di risorse idriche e l'India ne ha bisogno. Le poche centrali idroelettriche in Nepal sono progetti realizzati da imprese cinesi e indiane. Gran parte dell'elettricità prodotta attraverso l'acqua in Nepal è per contratto venduta all'India, tanto che in tutto il Nepal l'elettricità è presente solo 10-12 ore ore al giorno, in fasce orarie diverse a seconda della zona e del giorno della settimana. Su questo terreno strategico la concorrenza tra Cina e India, come vedremo, si manifesta con evidenza.
E' il FATTORE NAZIONALISTA che ha permesso la vittoria dei “comunisti “ alle elezioni a spese del partito che era al governo, il Partito del Congresso nepalese. Tra il 2015 e il 2016, quando il governo indiano ha chiuso i suoi confini con il Nepal, un Paese senza sbocchi sul mare, il Partito del Congresso nepalese non è stato in grado di prendere posizione contro l'India. I “comunisti” di Oli non si sono, invece, tirati indietro. I settori nazionalisti hanno cominciato a preferire i “comunisti” al Partito del Congresso nepalese. Ma, fatto ancora più decisivo, quest'ultimo si è presentato alle elezioni con una coalizione che metteva insieme partiti filomonarchici, piccoli partiti nazionalisti e partiti della minoranza madhese. Un'alleanza così disordinata non è piaciuta agli elettori...
Da quando il Nepal cominciò a sbarazzarsi della monarchia, nel 1990, ha avuto molti problemi, una parte di “comunisti” organizzò una rivolta armata durata dieci anni, tra il 1996 e il 2006. Circa 17mila militanti sono morti in questa guerra civile, che si è conclusa con la formazione di un'Assemblea costituente. La monarchia è stata abolita nel 2008, e l'Assemblea costituente ha redatto la costituzione nel 2015. Alla fine della rivolta armata ci sono stati vari Primi ministri e pochi miglioramenti sociali.
Ora Oli ha dichiarato che la stabilità sarà la priorità del suo governo. E' pronto ad accogliere investitori stranieri, ma tutti i partiti del Nepal, compreso quello monarchico, vogliono che entro il 2022, il loro Paese smetta di essere tra i meno sviluppati del mondo. La borghesia nepalese si sforza con tutti i mezzi di far passare la sua emancipazione politica e nazionale come pegno dell'emancipazione sociale e umana delle masse sfruttate. I proletari nepalesi sono vittime della loro borghesia e delle contraddizioni accumulate dall'imperialismo mondiale.
La coalizione “comunista” promette di far salire il reddito pro capite, ma la realtà parla di milioni di giovani nepalesi che non trovano lavoro, di sfruttamento brutale dei lavoratori e di precarie condizioni di vita per le masse proletarie. E' una dura realtà quella del lavoro nelle fabbriche di mattoni sparse per la Valle di Kathmandu. Nei mattonifici lavorano proletari poverissimi, lavoratori che provengono dalle aree più disagiate del Paese. Presso i mattonifici arrivano intere famiglie, con al seguito i loro bambini.
Le condizioni di vita e di lavoro sono estreme: non vi è alcuna misura di sicurezza, assenza di acqua potabile e di servizi. Le fabbriche di mattoni sorgono in zone rurali isolate, lontane da reti stradali, e quindi anche da negozi, scuole e ospedali. Le famiglie finiscono per vivere in capanne improvvisate e temporanee. Il lavoro nei mattonifici mette a repentaglio la salute. Si stima che ogni anno tonnellate di diossina vengano rilasciate nell'aria, oltre che da rifiuti bruciati in strada, dai mattonifici nella sola Valle di Kathmandu, producendo un inquinamento nove volte superiore ai limiti stabiliti dall'O.M.S.
Il Nepal ha uno dei più alti tassi al mondo di matrimoni precoci: il 41% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni. Il sistema patriarcale e feudale è molto più oppressivo del sistema patriarcale capitalistico dei Paesi più avanzati. La radice culturale del feudalesimo riemerge, in molte forme. Alla nascita di ogni figlio, le donne nepalesi ricadono profondamente all'interno di rapporti di sudditanza domestica e di moderna schiavitù.
In passato le donne della casta badi non si sposavano con nessuno. A causa della povertà, erano disposte a fare qualsiasi cosa. Le donne e gli uomini badi, nel Nepal occidentale, sono ancora oggi emarginati e discriminati dalla società. Per decenni la loro unica fonte di sostentamento è stata la prostituzione: le donne venivano spinte dalle famiglie a vendere il proprio corpo per sopravvivere. Oggi la situazione è cambiata, ma i badi sono poveri ed il governo nepalese non fa nulla per migliorare le loro condizioni di vita.
Nonostante i legami secolari del Nepal con l'India, ora la Cina ha maggior peso in questo Paese. Nell'Aprile 2017, la prima esercitazione militare cino-nepalese, Sagarmatha Friendship, si svolse in Nepal; durante l'evento, le forze armate dei due Paesi si esercitarono a contrastare il terrorismo. I rappresentanti dell'esercito nepalese riferirono che queste esercitazioni potevano diventare annuali. Indubbiamente era una notizia dolorosa per gli imperialisti indiani. Con la vittoria elettorale della coalizione “comunista”, gli imperialisti cinesi avranno la possibilità di perfezionare la loro penetrazione in Nepal, vista la loro vicinanza politica con il Primo Ministro Oli ed i suoi alleati maoisti.
L'India sperava nella vittoria del partito socialdemocratico, il Congresso nepalese, anche perché il governo uscente, guidato dallo stesso partito, a Novembre 2017 AVEVA FATTO SALTARE UN ACCORDO DA 2,5 MILIARDI di dollari, stretto con la Compagnia cinese “China Gezhouba Group Corp (Cggc) per la costruzione dell'impianto idroelettrico di “Budi Gangaki”. Un accordo che si inseriva perfettamente nella strategia cinese della “Nuova via della seta”, la Belt & Road Initiative.
Le elezioni, con il successo della coalizione”comunista”, segnano un indebolimento dell'imperialismo indiano in Nepal e l'imperialismo cinese, concorrente, aumenta rapidamente l'influenza nei Paesi confinanti con l'India. Molti anni fa Mao progettò d'indebolire la posizione dell'India, circondandola di alleati cinesi. L'imperialismo cinese moderno si muove verso il sogno del “Grande TIMONIERE“...
In Nepal, le masse proletarie e contadine sono state messe al traino dell'economia nazionale. Il problema in Nepal è quello degli interessi proletari, e dell'autonomia politica del proletariato. Il capitalismo nepalese, prevalentemente di stato, si è orpellato dell'aggettivo”comunista” per ottenere il consenso delle masse popolari e per infondere speranze di riscatto nella classe lavoratrice, soggetta ad uno sfruttamento bestiale e sottoposta al pesante fardello di una fame storica.
Gli interessi proletari in Nepal, come in Europa, sono contro il capitale e contro tutti gli imperialismi.

Alternativa di Classe

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