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La Fiom e la Fiat

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(29 Dicembre 2010) Enzo Apicella
La Cgil attacca la Fiom per essersi opposta al ricatto di Marchionne

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    Milano, blitz in via Padova: 700 agenti in azione, dall’alba al tramonto

    (10 Aprile 2018)

    Sul blitz del 5 aprile 2018 a Milano, in via Cavezzali (traversa di via Padova) ci sarebbe da fare un bel ragionamento! È «il più imponente sgombero della storia recente di Milano», scrive il «Corriere della Sera» [Andrea Galli – Gianni Santucci, Maxi blitz in via Cavezzali, 5 aprile 2018, ]. Dubito che durante la repubblica nazi-fascista di Salò (1943-1945) siano state fatte retate con un simile dispiegamento di forze.

    La storia del palazzo incriminato di via Cavezzali si prolunga da circa un ventennio.

    Sorto nel 1961, era di proprietà dell’Indpdai (cassa pensionistica dei dirigenti industriali), fino al 2002/2003, quando l’ente, in seguito ai debiti accumulati, lo cedette all’Inps. Dopo di che, si fanno avanti una serie di immobiliari (tutte Srl) che danno il via alle danze dei subaffitti in nero, favoriti dalla condizione di marginalità (clandestinità) dei locatari. Mentre i tenutari facevano di tutto per accrescere il degrado (ascensori guasti, sporcizia, deterioramento degli ambienti comuni...), costringendo gli inquilini ad abbandonare o svendere gli alloggi.

    In quelle circostanze, crebbero inevitabilmente disagio e malessere sociale, con episodi tipici delle «estreme periferie degradate» (Ponte Lambro, Quarto Oggiaro...). Con una differenza, via Cavezzali è a circa a mille metri da corso Buenos Aires! La via dello shopping più lunga d’Europa.

    Eppure, qualche segnale c’era stato. Due esempi tra i tanti:

    – Nel marzo 2006, una guardia giurata seccò un marocchino.

    – Nell'aprile 2011, una marocchina tentò di suicidarsi in seguito alle vessazioni subite.

    Ma nulla fecero le giunte destrorse, prima Albertini poi Moratti-De Corato, e neppure la successiva sinistrorsa Pisapia-Rozza.

    Senza pensar male, forse, alcuni signori delle amministrazioni meneghine avevano qualche rapporto (intimo) con ambienti immobiliarmafiosi. Ma io voglio essere malizioso come il Giulio Andreotti: A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina».

    Oggi, la nuova amministrazione sinistrorsa Sala, post Expo, si è scatenata in speculazioni immobiliari, più o meno nobilitate e imposte (decoro urbano + Daspo). Nel caso specifico di via Padova, con la «filosofia» urbanistica NoLo (a Nord di Loreto) la gentrification (gentrificazione: «risanamento» sociale di un quartiere) si era fermato a via Mosso (in prossimità del Parco Trotter). Con ovvie ricadute a favore della rendita immobiliare.

    Con il blitz del 5 aprile, la gentrification ha fatto un nuovo passo in avanti. Nonostante il diverso parere di qualche anima bella, come la firma del «Corriere» Matteo Speroni, che vive in via Padova ma, probabilmente, la testa e la fantasia ce le ha in via Solferino. Un bel silenzio non fu mai scritto!

    Dicevo, 700 sbirri (DICASI 700) in assetto antisommossa, per liberare una palazzina di sette piani (il «fortino della droga»!), con 126 appartamenti (per inciso, le fonti di informazione discordano), non più grandi di 30m2, in cui alloggiano circa 200 persone. Il rapporto è assolutamente sproporzionato: tre sbirri per un inquilino!

    Con quali risultati?

    Questo, ci dicono le cronache:

    Controllate 202 persone; 68 appartamenti perquisiti; 43 persone indagate, 28 extracomunitari espulsi e rimpatriati, 11 inviati ai Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Potenza, Torino e Roma; dieci automobili e due motociclette sequestrate.

    Droga? Armi? Le cronache non ne parlano.

    In compenso, il blitz ha causato nuovi danni, pregiudicando ulteriormente l’abitabilità degli appartamenti.

    Che dire?

    Una bella operazione di facciata, con la regia del questore di Milano Marcello Cardona e della vice sindaco, nonché assessore alla sicurezza meneghina, Anna Scavuzzo, presenti sul campo. Molto fumo poco arrosto, per mostrare il volto violento dello Stato.

    Lo scopo?

    Chiaro: estendere e rafforzare la militarizzazione del territorio milanese, all’ombra della quale la speculazione immobiliare prospera.

    All’orizzonte si profilano nuovi blitz, all’insegna dell’ordine sociale & del decoro urbano.

    E per iniziare, oggi, 10 aprile, gran kermesse con fanfara a cavallo davanti alla Stazione Centrale (piazza Duca d’Aosta) per festeggiare i 166 anni della polizia di Stato. Gli indesiderati sono avvisati.

    Milano, 10 aprile 2018

    Dino Erba

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