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Psicocomunista

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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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OPPOSIZIONE E INVOLUCRO POLITICO

(18 Maggio 2018)

Marco Bascetta

Marco Bascetta

Sulle colonne del “Manifesto” (18 maggio) Marco Bascetta delinea in maniera sufficientemente convincente le linee di un’opposizione al quadro politico che si sta delineando (credo al di là della formazione o meno a questo punto del governo Lega – M5S) fornendo un giudizio di “mancato sbocco della crisi italiana” anzi ritenendo questo passaggio soltanto come una delle espressioni di questa crisi.

Evidenzio due punti del discorso contenuto nell’articolo che andranno sicuramente discussi a fondo:
1) Il fatto che le politiche che questa destra formata da Lega e M5S si accinge di mettere in atto non incontreranno probabilmente ostacoli nei mercati, le cui oscillazioni derivano sempre dalla ricerca di un tornaconto e quindi della loro sostanziale internità al processo capitalistico in corso definito (per comodità d’espressione) neoliberista;
2) L’identificazione di un punto comune di visione (ancor meglio di non visione) del conflitto, tra i due possibili stipulanti il “contratto di governo”. Ci si riduce, infatti, ad una schematica contrapposizione tra “onesti e corrotti”, tra “legalità e illegalità”. Aggiungo, senza alcuna visione della complessità delle contraddizioni sociali in atto e dell’estensione del rapporto di sfruttamento verso la classe. La dominanza della contrapposizione semplificatoria cui si è fatto cenno, rende possibile la strutturazione di uno stato di polizia sulla cui ipotesi Lega e M5S mostrano essenzialmente di convergere.

A questo punto, scontato che l’opposizione non potrà essere svolta da ciò che di residuale rimane della sinistra di questo primo ventennio di secolo e dovrà essere affidata a quelle soggettività e a quelle figure sociali che proprio “quella sinistra” ha sempre ignorato marginalizzandole. Figure e soggettività che rappresentano le parti più colpite dall’offensiva neo – liberista e neo – sovranista.
Si tratta del tema di cui si sta discutendo da diverso tempo riguardante la necessità di “rappresentazione immediata delle contraddizioni e dei bisogni sociali “ e del rapporto tra queste insorgenze e quella che è stata definita “complessità del pensiero comunista”.
Nel definire la necessità di un’opposizione (insieme sociale e politica, verrebbe quasi voglia di affermare “di civiltà”) sorgono, a questo punto, problemi di diversa natura e di grande portata: dal concetto di rappresentanza, all’uso dell’autonomia del politico, alla presenza istituzionale, alla forma che è necessario dare per fornire sintesi e azione proprio alle soggettività emergenti nella rappresentazione – appunto – delle contraddizioni e dei bisogni sociali.
Questo punto non viene affrontato nell’articolo di Bascetta ed è il tema dell’”involucro politico” all’interno proporsi di raccogliere tutte le forme di opposizione possibili lavorando non tanto per unificarle in una sintesi “politicista” ma per fornire loro il retroterra necessario per una continuità di iniziativa e la determinazione di obiettivi, anche intermedi.
Accertata la pericolosità della situazione e definita l’esigenza di un’autonomia politica dell’opposizione da porre prioritariamente proprio sul terreno della rappresentazione dei bisogni reali è questa a mio giudizio, sulla realtà della strutturazione politica da definire oggi, la discussione più urgente da affrontare si faccia o no il governo Lega – M5S.

Franco Astengo

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