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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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Contro il concordato e contro la privatizzazione di ATAC, fare come in Francia!

(21 Maggio 2018)

raggi against the machine

L’INCENDIO DEL BUS IN VIA DEL TRITONE È SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG

Il rogo dell’autobus in via del Tritone di qualche giorno fa, rappresenta il culmine di una tragedia che vede protagonista il trasporto pubblico romano ormai da troppo tempo.
Sicuramente i lavoratori Atac e i milioni di cittadini che ogni giorno utilizzano i mezzi pubblici non avevano bisogno di questo ennesimo disastro per rendersi conto di quanto la situazione sia catastrofica, Atac infatti possiede il parco vetture più vecchio d’Europa, l’età media dei veicoli si aggira intorno ai 10 anni (l’autobus di via del Tritone ne aveva addirittura 15) e di questi solo il 30% funziona correttamente.
A questi pochi dati già di per sé indicativi va aggiunto che di fatto non esiste più un servizio di manutenzione a causa del licenziamento di 140 lavoratori CORPA, poiché l’azienda non ha ritenuto conveniente rinnovare l’appalto, dimostrando per l’ennesima volta come le dinamiche del profitto siano totalmente incompatibili con i più elementari bisogni della collettività, a partire dalla sicurezza.


DEBITO E CONCORDATO, CHI PAGA IL CONTO?

Tale insostenibile situazione è diretta conseguenza di un debito di circa 1,3 miliardi dovuto ad anni di malagestione, debito che la giunta grillina di Virginia Raggi, in assoluta continuità con il passato, sta pensando bene di far pagare ai lavoratori Atac e alla collettività.
La giunta infatti ha optato per il cosiddetto concordato preventivo, in pratica una procedura di fallimento guidata da un giudice, che passerà attraverso un “piano di risanamento” che comporterà di ulteriori tagli al servizio e la svendita del patrimonio immobiliare di Atac (a tutto vantaggio della speculazione edilizia).
È difficile credere che un tale piano non avrà conseguenze per i lavoratori, già incredibilmente vessati dall’ultimo accordo siglato tra azienda e sindacati che ha introdotto, tra le altre cose, l’aumento dell’orario di lavoro a 39 ore effettive, la cancellazione dell’indennità correlata ai turni lunghi e l’incremento dei giri medi per turno a 3,4, già colpiti dalla più alta incidenza in Italia di malattie professionali per via delle indecenti condizioni di lavoro, si troveranno a rischiare addirittura il posto in nome di un concordato che, tra le altre cose andrebbe a risolvere la situazione debitoria solo verso i fornitori, lasciando intatto l’insoluto verso banche e comune (cioè il grosso del debito, circa un miliardo di euro) e che quindi non metterebbe assolutamente Atac al sicuro dalla catastrofe.


CONTRO L’IPOTESI DI PRIVATIZZAZIONE

Come spesso accade in questi casi, da diverse parti ha preso piede la proposta di privatizzare Atac, tanto che per il 3 Giugno è stato promosso un referendum su tale questione dai Radicali, che auspicano di procedere alla privatizzazione dell'azienda tramite una gara d’appalto. In parole povere, la loro soluzione per salvare Atac dal baratro sarebbe svenderla al primo capitalista che capita.
Una simile proposta deve essere respinta con forza. Conosciamo già quali sono gli effetti nefasti delle privatizzazioni nel campo del trasporto pubblico così come in altri settori, visto che il 25% del trasporto pubblico romano è gestito dall'azienda privata Roma Tpl. Chi ci lavora ha potuto provare sulla propria pelle il “vantaggio” della gestione privata, fatta di continui disservizi, ritardi nel pagamento dello stipendio e condizioni anche peggiori di quelle di Atac, senza contare il maggior costo che tale gestione ha per la collettività visto che, come si evince dai dati del comune, ogni autobus dell’ATAC costa alla città 2,17 € al chilometro, mentre un bus Roma TPL 3,95 € per chilometro.


PER UNA SOLUZIONE ANTICAPITALISTA ALLA CRISI DELL’ATAC

Di fronte a un simile scenario è evidente che né la politica fallimentare dell'amministarzione Raggi né le retoriche di chi spinge per la privatizzazione potranno risollevare le sorti del trasporto pubblico romano, così come non potranno farlo i partiti di centro-destra e di centro-sinistra che negli anni in cui si sono avvicendati al governo non hanno fatto altro che rendersi complici del malaffare e della speculazione sulla pelle dei lavoratori.
È necessario dunque che i lavoratori Atac impongano con la propria forza organizzata le proprie rivendicazioni e istanze, a partire dalla stabilizzazione immediata di tutti i precari e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga, ciò significa dunque respingere con forza sia l’accordo Atac-sindacati dello scorso Novembre, sia respingere il concordato preventivo.
Infatti la crisi in Atac potrà essere risolta solo con una soluzione che sia in totale rottura con le logiche del profitto dominantiti. Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori si batte a fianco dei lavoratori per il rifiuto totale del debito sia verso le banche sia verso il comune, per la reinternalizzazione di CORPA e Roma TPL in Atac e la loro nazionalizzazione sotto il totale controllo sociale.
Simili misure, certamente ambiziose, sono però le uniche in grado di rimettere in sesto Atac, di liberare le risorse necessarie ad avviare un grande piano di potenziamento del trasporto pubblico finanziando la costruzione di nuove infrastrutture e l’acquisto di nuovi mezzi e infine di garantire la sicurezza dei lavoratori e cittadini.
Sappiamo bene che simili misure non potranno mai essere realizzate da alcuna giunta espressione dei partiti collusi con gli interessi di capitalisti, banchieri e speculatori, meno che mai da quel movimento cinque stelle che oggi si appresta a governare con il fascista Salvini, e con cui prepara nuove stangate per i lavoratori (basti pensare alla flat tax); tali rivendicazioni potranno essere portate a termine solo se i lavoratori Atac faranno sentire il loro peso, come stanno facendo i lavoratori del trasporto pubblico francese che dopo mesi di sciopero stanno mettendo in ginocchio Macron.
Il Partito Comunista dei Lavoratori sosterrà qualunque iniziativa i lavoratori Atac sceglieranno di mettere in campo e sarà al loro fianco con le sue parole d’ordine:

NO AL CONCORDATO!
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI ATAC!
PER LA NAZIONALIZZAZIONE DI ATAC SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI!
FARE COME IN FRANCIA!

20 Maggio 2018

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Roma

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