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(25 Luglio 2018)
Siamo arrivati all'epilogo fallimentare e da mesi prevedibile - con danno evidente per noi dipendenti di Roma Capitale - di una storia in cui chi ha scelto la società fornitrice dei "buoni" pasto ha piena responsabilità e a cui deve porre rimedio al più presto.
Non basta sostituire una società con un altra e cambiarci subito questi pezzetti di carta senza valore che abbiamo ancora in mano: chiediamo che, per evitare nuovi fallimenti e nuovi danni, si cambi radicalmente il sistema finora adottato, ovvero:
1. Contabilizzare e liquidare in busta paga l'importo corrispondente ai buoni pasto, non tassato;
2. Includere il personale capitolino tuttora escluso (come il settore educativo-scolastico);
3. Adeguare subito l'importo ad almeno a 7 euro/g. (attuale limite esentasse);
4. Iniziare una campagna di massa per ottenere, nel medio periodo, un importo di 10 euro/g.
Perseverare nell'errore è diabolico, dice il proverbio. Quindi, vogliamo che si cambi sistema!
(La stessa forma di contestazione, con segnalazioni a Consip è stata fatta anche da Rsu Usi a Zetema, dove i dipendenti hanno lo stesso problema dei dipendenti comunali).
Buona serata e buona estate.
Giorgio Salerno e Francesco Sordi (RSU-USI ISBCC e per Rsu aderenti a Usi a Roma Capitale)
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