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Fuoco amico

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(21 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Silvio Berlusconi spiega di non aver sentito il suo amico Gheddafi per non «disturbarlo» in un momento così delicato.

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Tutto come da copione!

Riflessione sul governo Prodi e dintorni.

(17 Giugno 2006)

I primi passi del governo Prodi sono tutt’altro che esaltanti.
Ci sono di mezzo certamente i guasti provocati dal governo Berlusconi ed il reale pericolo rappresentato da una forte destra di matrice eversiva.
Ma è difficile cogliere dai primi atti del nuovo governo e dal dibattito interno alla maggioranza quel segno di reale cambiamento auspicato prima e durante la campagna elettorale.

Del programma dell’Unione sembrano prevalere gli elementi di continuità rispetto all’esperienza del ‘96-2001’, di alternanza e non di alternativa rispetto al precedente governo.

Questo mio giudizio poggia su quattro considerazioni:

continuità in politica estera. Forse cambia lo stile ma non la sostanza. L’ambiguità dei giudizi (anche da parte di Napoletano) sulla missione in Iraq, definita da D’Alema missione di pace, le lungaggini sul ritiro delle truppe ( che avrebbe dovuto essere immediato), la preoccupazione di non irritare gli Usa (cosa che invece consacrerebbe la nostra autonomia in generale ma anche di giudizio sulle impunite azioni criminali che gli Usa compiono in giro per il mondo), la disponibilità ad un rafforzato impegno militare in Afganistan.

Continuità sostanziale in politica economica. La richiesta di moderazione salariale di Padoa-Schioppa , l’insistere nel voler frenare la spesa pubblica ( che tradotto in chiaro significa penalizzare inevitabilmente servizi quali sanità, scuola ecc), una certa reticenza nella determinazione a colpire le grandi rendite, l’attenzione particolare riservata ai desiderata degli imprenditori rispetto a quelle dei rappresentanti dei lavoratori;

Continuità nel privilegiare l’etica “cattolica” ( o meglio i voleri del Vaticano) rispetto a quella “laica” : sulle droghe, sulle unioni di fatto, sulla legge 40

Premia su tutto la subalternità della sinistra tutta che si rileva tanto parolaia quanto inesistente meritandosi persino il dileggio. Mi ha fatto pena, per esempio, il balbettio del “rifondarolo” ministro Ferrero chiamato alla Camera a smentire se stesso a proposito delle “ narcosale”

Tutto comunque come da copione.

Pazienza per la sinistra DS o per i comunisti italiani avezzi a predicar bene e razzolar male.

Meno bene per Rifondazione comunista chiamata ad onorare le due cambiali in bianco firmate da Bertinotti: la prima all’indomani del referendum sull’art. 18 che ha mutato la politica di quel partito di 360 gradi per poter accedere al club dell’Unione e la seconda , più recente, per ottenere il posto di presidente della camera. E adesso, per coerenza, si appresta a cambiarne anche ragione sociale.

E non sarà finita qui!

Lucio Costa

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