">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Che Guevara

Che Guevara

(10 Ottobre 2008) Enzo Apicella
41 anni fa veniva assassinato dagli sgherri dell'imperialismo Ernesto Che Guevara

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Si stringono i tempi per la “sinistra non governativa”

(19 Giugno 2006)

La lettura dei giornali di questa mattina, la “preghiera dell'uomo moderno” come ricordava Hegel, appare di grande interesse per tutti coloro che si muovono nella sinistra italiana, partendo dalla convinzione che vada aperto un livello di confronto, sociale e politico, ben diverso da quello confinato dal recinto della governabilità, imposta dalle scelte dei gruppi dirigenti dei partiti della cosiddetta “sinistra radicale”.

Ad un mese dall'insediamento del governo Prodi, e ad una settimana da un referendum il cui esito (ed il cui prosieguo di esito) risulterà di grande importanza e per il quale vale la pena spendere energie a favore dell'affermazione di un “NO” che rimanga “NO” anche nel dopo -urne, Rifondazione Comunista appare già sull'orlo di una crisi di nervi.

Da un lato le cronache del Comitato Politico Nazionale di quel Partito indicano come si stiano sollevando fermenti non facilmente reprimibili, in contrasto con quelle che appaiono le scelte ineludibili che il governo Prodi si appresta a compiere in campo di politica internazionale, economica, dei diritti civili, della concezione delle istituzioni e della “politica”come agente di integrazione e acculturazione di massa: una idea, quest'ultima, ormai completamente abbandonata da tutti.

Su di un diverso versante sta prendendo corpo, con lo svolgimento della sua prima assemblea nazionale, il Partito Comunista dei Lavoratori Italiani, erede di una delle correnti di sinistra, di matrice trotzkista, per un lungo periodo interna proprio al partito della Rifondazione.

Si tratta di segnali importanti che dimostrano come sia in atto una accelerazione di un processo che ci è capitato di segnalare in passato e, a nostro modesto giudizio, in atto da tempo (almeno da quando, nel post- referendum sull'articolo 18 e in coincidenza con la fine di una certa fase di movimentismo sindacale) Rifondazione Comunista (o meglio il suo segretario di allora, all'interno di una perfetta logica di predominio personalistico) decise di completare il proprio percorso di adeguamento ed internità al sistema maggioritario, entrando nel centrosinistra, apparentemente con l'intento di svolgere la funzione di portavoce dei movimenti, in realtà con l'idea di considerare l'approdo al governo quale meta esaustiva di un partito, pronto a svolgere la funzione di “ala radical” del neo – bipolarismo italiano.

Questa posizione è stata facilitata, nel corso di questi anni, dalla presenza di un certo tipo di centrodestra al governo in Italia, verso il quale è stato relativamente facile realizzare una sorta di “union sacreè”, e dalla crescita di un ceto politic ormai completamente votato all'idea del partito – istituzione e dei relativi vantaggi personali che questo tipo di concezione porta a chi ne regge le sorti, nel bene e nel male.

Questo progetto mostra già la corda, per due motivi molto semplici:

a) il bassissimo profilo programmatico presentato dalla coalizione di centrosinistra in Italia: un profilo programmatico ben al di sotto da un qualsiasi riferimenti riformatore di stampo, almeno, socialdemocratico europeo; del tutto interno al liberismo monetarista e all'idea della riduzione del rapporto tra politica e società di matrice luhmanniana che, fin dagli anni'80, ispirò il “massacro sociale” portato avanti dal tachterismo e la “grande riforma” craxiana;

b) l'irriducibilità, nello specifico del caso italiano, di una parte importante della sinistra politica, sociale, sindacale, all'assenza di una dimensione di sinistra posta oltre i confini del governismo. Anzi esiste, ed appare già concretamente visibile, una sinistra composita, vasta, non ripiegata in sé stessa (come dimostrano molte situazioni locali) che reclama l'apertura di una dialettica diversa, a partire da una collocazione politica diversa da quella tutta interna alle compatibilità governative. Quella, insomma, che con ascendenze socialdemocratiche, radicali, comuniste di diversa tendenza, sindacaliste di base ci è già capitato di definire come “sinistra non governativa”.

All'interno di questo panorama va valutato il tentativo di costruzione del Partito Comunista dei Lavoratori, ponendo ai suoi dirigenti alcuni interrogativi: se questo abbozzo di costruzione serve a dare immediato “riparo d'identità” a qualche migliaio di militanti e, nel prosieguo, si intende davvero aprire un confronto molto diverso ed articolato al riguardo della base di partenza così come questa si presenterà nell'odierna assemblea; se non si pensa che definiti confini ideologici possano essere superati, ponendosi al servizio di una ipotesi di raccordo tra diversi settori della sinistra italiana, inizialmente minoritari, ma non collocati esaustivamente in Rifondazione Comunista.

Questi i due interrogativi principali che pesano sulla nascita del nuovo Partito: tanto più, che pensando esclusivamente ad un allargamento delle fratture già presenti nel partito della Rifondazione Comunista per inglobarne i rappresentanti all'interno di un disegno meramente ideologico – movimentista il rischio sarebbe quello di trasferire, all'interno del nuovo partito, i vizi capitali che stanno facendo morire, dopo una lunga agonia, proprio la formazione di origine.

Coltiviamo da tempo una idea diversa:partire dall'esistente per una ricerca aperta destinata alla costruzione di un soggetto, basato su di una forma originale dell'organizzazione politica, attraverso un pluralismo di partenza che potrebbe trovare il suo momento di avvio in una serie di incontri autoconvocati, da svolgersi in diverse Città, in vista di una Assemblea Nazionale, all'interno dei quali definire una agenda di programma ed un itinerario di ricerca sul piano della strutturazione organizzativa.

I tempi stringono: ma la formazione oggi di un partito già recintato ideologicamente rischia di stringere le potenzialità di una sinistra che esiste e può farsi sentire in una dimensione incisiva e fruttuosa.

Nel microcosmo delle mie personali possibilità culturali, proverò nei prossimi giorni, a tirar giù una bozza, appena accennata, di questa possibile agenda: tornando così a disturbare i miei cortesissimi interlocutori.

Savona, li 18 Giugno 2006

Franco Astengo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Alternanza o alternativa?»

Ultime notizie dell'autore «Franco Astengo»

5753