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La classe operaia va in fumo

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(Dove và la CGIL?)

Espulso dalla Cgil Rsu della Pirelli. Aveva aderito allo sciopero dei Cobas

Torino 280 firme: «Ridateci il nostro delegato»

(24 Marzo 2007)

Duecentottanta firme, raccolte in soli tre giorni tra i lavoratori della Pirelli di Settimo Torinese. In gran parte d’iscritti alla Filcem Cgil, ma l’appello è stato sottoscritto anche da tesserati alla Cisl e all’Ugl. Un bell’attestato di stima e solidarietà per Daniele Debetto, 33 anni, operaio, delegato della Filcem dal 1999. Fino allo scorso 28 febbraio, quando il Comitato dei garanti della Cgil Piemonte l’ha espulso per «incompatibilità». La sua «colpa»? Aver aderito allo sciopero dei sindacati di base contro la finanziaria del 17 novembre. L’appello dei compagni di lavoro chiede alla Cgil la revoca del provvedimento. Il lungo elenco di firme correda il ricorso che Debetto ha presentato al Comitato interregionale dei garanti.

Debetto, consigliere comunale ferrandiano a Settimo, in fabbrica militava (l’espulsione ha effetto immediato, il passato è d’obbligo in attesa della sentenza d’appello) nella Rete 28 Aprile, l’ala sinistra della Cgil. Il 17 novembre non ha scioperato in senso stretto, aveva il turno di notte. Ha partecipato, con una dozzina di colleghi iscritti alla Filcem, alla manifestazione dei Cobas a Torino. E’ stato espulso perchè, qualificandosi come delegato Cgil, ha affisso in bacheca un comunitato d’adesione allo sciopero dei sindacati di base. Una scelta che rivendica: «Io sto dalla parte di chi lavora. La finanziaria ha penalizzato i lavorati. Dunque, quel giorno lì era giusto manifestare e scioperare». Barbara Butera, giovane operaia iscritta alla Filcem, difende a spada tratta il «suo» delegato: «L’espulsione è una punizione politica. Si colpisce uno che ha sempre detto il vero. Il sindacato non è una dittatura. Deve esserci libertà di pensiero, anche quando il centrosinistra è al governo». Tante firma raccolte in poco tempo dimostrano che i lavoratori della Pirelli l’espulsione «l’hanno presa parecchio male».

La sanzione sarebbe stata così esemplare se non ci fossero stati iscritti alla Cgil tra gli arrestati per le Nove Br? Vincenzo Sisi, uno degli arrestati, era delegato della Filcem alla Ergom di Borgaro. Stessa zona, stesso sindacato. «Siamo tornati», ha scritto qualcuno in un bagno della Pirelli di Settimo dopo gli arresti. Una «stupida goliardata», secondo Debetto, «caduto dal pero» nell’apprendere che Sisi, «chiunque sia nella Filcem torinese lo conosce», aveva sepolto un mitra nell’orto. L’inchiesta sulle Br, a suo parere, è stato solo «lo spunto finale» per espellerlo. «Hanno voluto regolare i conti con la sinistra interna alla Cgil, con chi ci tiene al principio che piattaforme e accordi devono essere sempre approvati dai lavoratori».

Nega qualsiasi «correlazione» tra l’espulsione e l’inchiesta sulle Nuove Br Renzo Maso, segretario della Filcem di Torino. «La segnalazione al Comitato dei garanti l’ho fatta subito dopo l’adesione di Debetto allo sciopero del 17 novembre». Proprio per questo, commenta il segretario della Fiom Giorgio Airaudo, bisognava avere più attenzione ai tempi: o si sanzionava subito oppure era meglio non farlo a ridosso degli arresti. Il delegato ha sicuramente «fatto un errore», conviene Airaudo, ma la sanzione massima è un segno di debolezza. «Poteva bastare un richiamo scritto o una sospensione».

Manuela Cartosio (Il Manifesto)

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