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Il pupazzo di Monti

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(5 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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Bamboccione sarà suo figlio!

(7 Ottobre 2007)

La clava dei giuslavoristi continua ad abbattersi senza pietà sugli statali, additati al pubblico ludibrio ed etichettati come "fannulloni" in una campagna montante che mira a creare nel paese un senso comune ostile nei confronti dei pubblici dipendenti. Una campagna non certo disinteressata, ma che prepara il terreno ad una politica di tagli e di privatizzazioni nel settore pubblico che sembra contraddistinguere tutte le esperienze di governo del Centrosinistra, anche nella sua versione allargata alla cosiddetta sinistra radicale.

Fin qui la propaganda. Ma a contraddire una visione esclusivamente ideologica, che alcuni ambienti pretendono di imporre a colpi di editoriali del Corriere della Sera, interviene uno studio congiunto di istituti non certo tacciabili di simpatie bolsceviche. Eurispes, Istat, Eurostat e Ocse dimostrano, dati alla mano, che le retribuzioni dei dipendenti pubblici italiani sono nettamente inferiori non solo rispetto a paesi come Germania, Gran Bretagna o Francia: il dato che emerge è che uno "statale" italiano guadagna molto meno anche rispetto ad un collega spagnolo, che può però approfittare, diciamo così, di un costo della vita minore.

Se questa è la condizione retributiva dei padri e delle madri, appare difficile che quella dei figli possa essere migliore. Anzi, tutti gli indicatori rivelano che le condizioni delle nuove generazioni saranno peggiori di quelle precedenti, invertendo una tendenza progressiva avviatasi nel dopoguerra grazie al boom economico, ma soprattutto grazie al conflitto di classe. L'inesistenza di qualsiasi forma di reddito per i giovani (a differenza di quanto accade nel resto d'Europa), la preponderante precarietà dei contratti di lavoro oggi disponibili per i giovani, gli affitti da rapina imposti dalla legge - della giungla - del libero mercato, sono tutti ostacoli niente affatto secondari per l'autonomizzazione dei giovani dal nucleo familiare di provenienza.

In questo contesto la battuta sui "bamboccioni" del Ministro Padoa Schioppa, che pretendeva forse di essere spiritosa, rivela tutto il cinismo caratteristico delle classi dominanti verso le "persone normali" che non dispongono delle medesime risorse economiche né dell'esteso sistema di relazioni che consente ai giovani rampolli della borghesia di affrancarsi presto dalle proprie famiglie.

Due secoli fa una regina francese, a chi le comunicava che i suoi sudditi morivano letteralmente di fame, rispose sprezzante: "se non hanno pane mangino brioches". Di li a poco finì decapitata. Non è il caso, signor Padoa Schioppa, di ironizzare troppo sulle disgrazie del popolo che si governa.

venerdì 5 ottobre

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