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(7 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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E lo chiamano welfare...

(11 Ottobre 2007)

Il protocollo d'intesa del 23 luglio è stato definito "Accordo sul Welfare". Dove con welfare (lett. benessere) si sottintende lo Stato sociale, ovvero un insieme di politiche di sostegno all'occupazione, ai redditi e ai consumi. Potrebbe sembrare divertente visti i risultati, ma non fa per niente ridere.

Gli accordi di luglio si sono infatti rivelati un ennesimo attacco alle condizioni di vita di lavoratori, giovani, precari e pensionati. Aumento dell'età pensionabile (anche rispetto alla famigerata proposta Maroni), diminuzione dei rendimenti per il calcolo della pensione, quasi nessun riconoscimento dei lavori nocivi e usuranti, perpetuazione del precariato e via discorrendo.

Nemmeno una delle (timide e insufficienti) promesse elettorali del governo Prodi è stata mantenuta: anzi, si procede sulla strada del peggioramento delle nostre condizioni. Dopo la finanziaria del 2007 che ha "risanato" prendendo i soldi dalle nostre tasche (vedi ticket sanitari), dopo il tentato scippo dei fondi pensione (respinto nei fatti dalla grande maggioranza dei lavoratori) e con l'attuale finanziaria, continua a svilupparsi la politica di attacco a lavoratori, giovani e ceti popolari. Il governo, acquiescente alle esigenze degli industriali, ha trovato in ciò ottima sponda nei sindacati "amici" CGIL-CISL-UIL, la cui complicità interessata è stata e sarà ricompensata.

Il referendum truffa sull'accordo c'è stato. La farsa della consultazione democratica tra i lavoratori non poteva che finire così, ma i risultati truccati non riescono a nascondere che la grande maggioranza dei lavoratori - votando no, boicottando la consultazione o comunque non andando a votare - è contraria o comunque ben lontana dal condividere l'accordo di luglio.

Si tratta ora di passare dalla protesta e dal rifiuto a fatti concreti, a forme di lotta e di mobilitazione generale, all'iniziativa, in prima persona, dei lavoratori.

Lo sciopero generale e generalizzato, indetto per il 9 novembre da tutti i sindacati di base e promosso da numerose altre organizzazioni, contro gli accordi del 23 luglio, è un'occasione importantissima per ripartire con un movimento di lotta che non sia solo difensivo.
Giudichiamo di grande importanza che lo sciopero si generalizzi nella vita metropolitana coinvolgendo tutti i settori sociali.

* Contro gli accordi del 23 luglio
* Per l'abolizione del precariato e per un lavoro stabile e tutelato
* Per salari e stipendi europei, l’aumento delle pensioni e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro
* Contro le spese militari e le missioni di guerra

SCIOPERO GENERALE
VENERDI' 9 NOVEMBRE 2007
MANIFESTAZIONE REGIONALE DELLA LIGURIA CON CONCENTRAMENTO A GENOVA IN P.ZZA DE FERRARI ALLE ORE 9.00


Confederazione Cobas (Genova) - Confederazione Unitaria di Base C.U.B. (Liguria) - Unione Sindacale Italiana U.S.I. (Liguria)
Aderiscono:
Partito Comunista dei Lavoratori - Movimento Umanista - Sinistra Critica

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