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Consultazione su welfare e pensioni: contestato lo show dei sindacati di governo

(13 Ottobre 2007)

Un centinaio di precari, lavoratori “stabili” e pensionati ha rovinato stamattina lo show della “casta sindacale” che a Roma presentava in una conferenza-stampa i risultati di quella grande operazione propagandistica filo-governativa che è stata la consultazione sul Protocollo del 23 luglio. Per due ore, mentre i segretari di Cgil-Cisl-Uil restavano asserragliati nella sede nazionale della Cisl, con la polizia a difendere la “casta”, giovani e pensionati hanno raccontato il senso reale della consultazione. Hanno dimostrato come la “grande prova di democrazia” sia stata in realtà una partita truccata come tutta le democrazia sindacale, sequestrata dai tre sindacati concertativi che la esercitano come un monopolio, negando ogni spazio ai Cobas e alle forze che fanno conflitto.

Hanno parlato della rabbia di milioni di precari che il Protocollo eternalizza nella loro incertezza di vita e di lavoro; della condizione miserrima di pensionati che usciranno dal lavoro, se va bene, 5 anni dopo il previsto e con pensioni ancora più decurtate; di lavoratori “stabili” con salari di fame sempre decrescenti, mentre il governo regala altri 8 miliardi ai padroni, ai quali in due anni ha dato più del governo Berlusconi in 5 anni. Hanno sfidato Cgil-Cisl-Uil a vere elezioni nazionali nei vari comparti per vedere chi è davvero rappresentativo; a veri referendum sugli accordi, con libertà di informazione alla pari, con votazioni in “campo neutro”, modalità chiare e scrutatori imparziali; a restituire a tutti il diritto di assemblea nei posti di lavoro. Esattamente il contrario di quanto avvenuto in questa pseudo-consultazione ove solo tra i metalmeccanici l’opposizione della Fiom ha imposto un minimo di procedura (e perciò ha vinto il NO), dove nessuno ha potuto presentare le ragioni del NO, le votazioni sono avvenute o nelle sedi sindacali senza controlli, o alla fine di assemblee oramai deserte e senza alcuno scrutinio pubblico.

E hanno promesso un “referendum di piazza” contro il Protocollo, la Finanziaria, la politica del governo Prodi, le leggi-precarietà (30 e Treu), il 9 novembre con lo sciopero generale e generalizzato convocato dai Cobas e da vari sindacati alternativi, da moltissimi centri sociali, strutture del precariato, studentesche e sociali, per la garanzia del lavoro e del reddito e l’estensione dei diritti sociali a tutti/e, per la fine del monopolio Cgil-Cisl-Uil e la restituzione dei diritti sindacali a tutti i lavoratori e organizzazioni.

Confederazione Cobas

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