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"VAFFANCULO"

un intervento di Fulvio Grimaldi

(10 Dicembre 2002)

Riferisco in termini rigorosamente fattuali, necessitato anche dalla presenza del pubblico, quanto si è verificato ieri, domenica 8 dicembre, al cinema Tibur in Roma, in occasione dell'incontro con la delegazione di parlamentari italiani di ritorno dall'Iraq.

Sono intervenuti Elettra Dejana, Paolo Cento, Silvana Pisa e, particolarmente equilibrata e corretta, Loredana De Petris che, almeno, si è astenuta dal ripetere gli stereotipi della propaganda imperialista sugli "orrori" di regime.

Alcuni interventi - frutto di appena 3 giorni di presenza in Iraq e di lunghi anni di intossicazione mediatica - sono risultati più polemici contro il governo iracheno che contro gli aggressori e sanzionatori angloamericani.
Impressioni superficiali sono diventate verità incontrovertibili.

Solo qualche esempio: "I veli sono aumentati del 50%", cifra del tutto inventata e senza sapere che a Baghdad risultano esserci oggi più donne velate soprattutto perchè ci sono oltre un milione di profughi sciti dal Sud uranizzato e bombardato giornalmente (e che da sempre portano il velo); "Ai giovani si inibisce la ricerca di certi siti in internet", totalmente falso, la navigazione su internet è totalmente libera e viene praticata in tantissimi "internetcafè" in giro per Baghdad.

"Siamo stati accompagnati in tutti i nostri movimenti e contatti da agenti di polizia, segno di mancanza di libertà", si trascura che gli interessati erano una delegazione ufficiale parlamentare e che sarebbero stati accompagnati in qualsiasi paese del mondo; qualsiasi visitatore straniero e giornalista è invece liberissimo di girare dove e come vuole per Baghdad, incontrare chi vuole, fare amicizia, visitare famiglie, andare allo stadio, frequentare studenti e tutto il resto, come accertato da me in 25 anni di visite in Iraq e da chiunque altro.

Inoltre, il meccanismo statale per cui all'85% degli iracheni viene garantito un quantitativo di cibo sufficiente a sopravvivere all'embargo genocida e che i responsabili dell'ONU Denis Halliday e Hans Von Sponeck hanno definito "uno dei più efficienti e meno corrotti del mondo" viene interpretato da Dejana come strumento per aumentare la dipendenza del popolo dal regime, la cui iconografia, in effetti eccessiva (ma non più dell'iconografia cattolica da cui siamo sommersi da 2000 anni e dei valori consumistico-capitalistici che ci assediano giorno e notte) viene attribuita a una cultura patologica e paranoica.

Si à anche voluto attribuire a una risorgenza islamica il fatto che la comunità cattolica caldea sia diminuita in dieci anni di 200.000 unità Invece l'Iraq è riconosciuto da tutte le Chiese (Vaticano compreso) come uno dei paesi più rispettosi delle varie religioni esistenti al suo interno.

Se tanti cristiani hanno potuto sottrarsi alla disperazione della fame, delle bombe e della morte da uranio e malattie varie, è perchè i caldei rappresentavano da sempre un ceto tra i più benestanti del paese e, diversamente dagli altri, hanno potuto ricorrere alle proprie disponibilità per emigrare e rifarsi una vita altrove.

Il bello è venuto al termine degli interventi e all'inizio del dibattito.
Notato che milioni di persone in Iraq, come "denunciato" da Elettra Dejana ("società militarizzata"), avessero l'arma in casa facendo parte di una milizia di difesa territoriale e di resistenza antisraeliana in Palestina, il moderatore Sergio Cararo ha notato con ironia che un regime che si può permettere di avere metà della sua popolazione armata non si deve sentire poi tanto contrastato.

La battuta di Cararo è stata salutata da un lungo applauso il che ha ulteriormente fatto inviperire Elettra Dejana che, rivoltasi al sottoscritto, pure plaudente alla battuta, ha urlato: "Stai facendo propaganda pro-Saddam".
La mia risposta è stata :"Direi piuttosto che qui si rasenta la propaganda americana".

La risposta della Dejana, parlamentare di RC come io ne sono militante e dirigente federale, a volume ancora più sorprendente è stata "Ma va' a fare in culo, Grimaldi".
Sconcerto generale nel pubblico e poi fischi e proteste.

A mia volta sottolineavo: "Elegante terminologia per una parlamentare".

La Deiana si sottraeva sia a un confronto civile, allontanandosi rapidamente insieme al suo seguito, sia ai successivi interventi, continuando a schiammazzare contro di me e, ormai, contro quasi tutti gli altri.

Mi limito a riferire che nel mio intervento, poi, mi sono limitato a sottolineare i pericoli di un eurocentrismo anche "di sinistra", con i suoi rischi di colonialismo politico, e di una evidente subalternità alle intossicazioni e diffamazioni imperialiste.

E' un film già visto in occasione dello squartamento imperialista della Jugoslavia, agevolato dall'accettazione passiva da parte di molta Sinistra delle fandonie inventate su Serbi e Milosevic, successivamente tutte rigorosamente smentite.

Forse c'è una coda di paglia, certo che la Sinistra non si può permettere un altro tragico errore del genere.

Risulta evidente a chiunque non sia blindato nei suoi pregiudizi e nella mania di applicare etichette calunniatrici che tutto questo non è "propaganda pro-Saddam", ma semplice elencazione di fatti incontrovertibili e accertabili da chiunque non si limiti a tre giorni di delegazione in un paese, ma si assuma la responsabilità di una ricerca approfondita e, soprattutto, di una meno pigra individuazione delle fonti.

Della serie: I favori resi all'imperialismo dalla bomba "diritti umani", come condivisi da D'Alema, e dal missile "democrazia", come praticato negli USA.

9/12/2002

Fulvio Grimaldi

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