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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Referendum sul Protocollo del 23-07-07: aspettate a cantar vittoria

(15 Ottobre 2007)

Come previsto, al referendum indetto e gestito da CGIL-CISL-UIL ha vinto ampiamente il Si, avvallando le loro firme sul protocollo.

Sarebbe stato incomprensibile che la classe lavoratrice italiana, intruppata in buona parte dietro a tali sindacati statalisti, avesse scelto all’improvviso di non ubbidire alle direttive della burocrazia sindacale.

Nonostante ciò ci sembra inopportuno il cantar vittoria da parte di molti loro dirigenti.

Primo, perché nelle grandi aziende, dove evidentemente non giunge solo la loro voce, vi sono state innumerevoli affermazioni del NO. Vogliamo solo citare il caso della Fiat Sata e industrie terzializzate di Melfi, in cui il No ha vinto con l’85%. Prova che il dissenso Fiom nel settore metalmeccanico ha avuto il suo peso. Il risultato “plebiscitario” del Si va inoltre ridimensionato considerando che parte del sindacalismo alternativo ha scelto “aventinianamente” di boicottare, seppur con valide ragioni, questa consultazione.

Secondo, nonostante siano più di cinquant’anni che narcotizzano i lavoratori per mantenerli sottomessi al potere statale e confindustriale, l’aver ricorso ad innumerevoli scorrettezze sulle modalità di svolgimento del referendum è indicatore evidente che siamo al capolinea di una democrazia ormai solo formalista e probabilmente l’ultimo canto del cigno di un sindacalismo, cinghia di trasmissione di partiti nati nel dopoguerra ed ormai svaniti, in preda a convulsioni da trasformazione.

La sfiducia espressa poi da molti lavoratori, non recandosi nemmeno a votare unita a quella evidenziata in recenti sondaggi di opinione sulla stima verso i succitati sindacati né è una ulteriore prova.

Il Segretario Nazionale
dell’Unione Sindacale Italiana
(Zanchi Fabrizio)

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