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(31 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Il sindacato sta benissimo e gode di ottima salute?

Ora stanno utilizzando anche il voto del referendum sul “Welfare” per sostenerlo... ma non e’ cosi’ !!!

(15 Ottobre 2007)

L’andamento delle consultazioni indette dai confederali hanno dimostrato che sia i pensionati, sia i lavoratori dipendenti sono ormai determinati dalla paura di perdere anche il POCO che hanno !!!
Ciò è valso per tutte che categorie che hanno rinunciato al conflitto, a differenza delle aziende dove hanno prevalso i NO, mentre è prevalso il sì in fabbriche o aziende ove nessuna lotta è stata fatta.
perché una consistente quantità di pensionati si sono dichiarati favorevoli all’accordo, nonostante che la metà della propria categoria sia costretta a vivere al di sotto del livello di povertà ?
perché i lavoratori aderenti ai confederali hanno votato a maggioranza di restare in condizioni salariali e normative INFERIORI a quelle degli altri paesi occidentali, senza avere il coraggio di seguire i metalmeccanici, pensando che sono una categoria in “via d’estinzione” ?
Era la paura che votando No si sarebbe andati a finire ancora peggio…

Dulcis in fundo l’esortazione di sindacalisti a chiedere di votare “si” in relazione alla necessità di …salvare il governo !

Folle sindacalmente ed ingenuo: non è ancora chiaro il distacco di lavoratori dal governo e dalle forze del centro sinistra, colpevoli di aver tradito le promesse elettorali ?
Contro il pacchetto del governo sul Welfare e precariato occorre strutturare una proposta concretamente praticabile e conquistarvi consenso nella società ed in parlamento
Il vincolo della spesa pubblica non è tutto e, per certi aspetti, non è neppure quello decisivo.
Non lo è per quanto riguarda le pensioni poiché il fabbisogno è interamente coperto dai contributi dei lavoratori per i prossimi decenni !
Quanto alle politiche del lavoro il governo non può affidare la crescita alle imprese irrorandole di soldi e facendo tirare la cinghia ai ceti subalterni, creando una caduta verticale dei redditi da salario ed una quantità indecente di famiglie povere “al di sotto del minimo vitale” !
I miglioramenti al protocollo annunciati da Damiano rappresenteranno …“una spolverata di cipria” !

Ma cosa c’è invece dietro quella valanga di NO nelle grandi fabbriche?

C’è la rabbia prodotta da condizioni di lavoro troppo pesanti, una fatica svenduta poichè i salari sono vergognosamente bassi , come ammette persino Montezemolo.
C’è l’incazzatura di chi vede confermata la scelta di premiare sempre più la imprese a scapito dei lavoratori, le rendite a detrimento dei salari.
Da qui il distacco dalla politica e solitudine rispetto allo stesso sindacato, identificato come parte del ceto politico.
E’la crisi della rappresentanza, vissuta tanto più fortemente quanto più dure sono le condizioni di lavoro.
Le fabbriche manifatturiere somiglino sempre più a dei cantieri, le tute blu sono diventate di tutti i colori tra terziarizzazioni, appalti, sub appalti, lavoratori a termine, in affitto, in leasing.
Dietro i fischi di Mirafiori c’è anche la lotta alla precarietà:
più si è precari meno si guadagna (800 euro contro i 1.100 euro di un dipendente con contratto a tempo indeterminato;
L’aumento dell’occupazione avviene per il 50% con contratti a termine, e soprattutto per le donne
il precariato è un mezzo per comprimere il costo del lavoro: i precari sono più “mansueti” degli altri lavoratori e l’occupazione instabile produce un maggior numero di persone disposte ad accettarla.

…”Se non riescono a cambiare questa situazione che ci stanno a fare i sindacati?” si chiedono oramai tanti operai e lavoratori dipendenti.

serve una politica del lavoro globale, senza la quale i diritti dei lavoratori continueranno a ridursi

SERVE UN NUOVO SINDACATO COME ORGANIZZAZIONE PER TUTELARE I DIRITTI DEI LAVORATORI, CHE OPERI NELL’ AUTONOMIA DAI GOVERNI E DAI PARTITI


Venezia - Mestre 13/10/2007

Gruppo lavoratori Asl 12 Veneziana

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