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Sindacati sul piede di guerra contro la liberalizzazione del Cotral

Non c'è dubbio, sulla questione di Cotral. L’Azienda sta forzando la tappa verso una liberalizzazione del servizio

(19 Ottobre 2007)

Lo fa attraverso una delibera, che di fatto è il primo passo verso lo spacchettamento dell’Azienda.
E’ il consiglio d’amministrazione del Cotral a decretarne la scelta, in maniera del tutto arbitraria. Nessuna concertazione con i sindacati e le parti sociali. Il futuro dell’azienda in mano ad un pugno di persone che hanno deciso per più di 3mila dipendenti. Ma questa mattina i lavoratori ci sono. Circa 200, giunti da tutte le province, si sono appostati davanti il consiglio regionale del Lazio a Via della Pisana. Hanno organizzato un sit-in, mentre le delegazioni sindacali sono chiusi all’interno della sede istituzionale, per esprimere la loro contrarietà sulla decisione del Cda del Cotral.

Dai volti dei dipendenti traspare una forte preoccupazione. Alla fine uno di loro rompe il silenzio: “E’ una decisione pericolosissima, che ho già vissuto sulla mia pelle”. Proviene da una realtà aeroportuale dove ha prestato servizio per 33 anni. Prima esternalizzato e poi privatizzato. Perché la società catering degli Aeroporti di Roma ha prima creato tante piccole società e poi le ha svendute. Una logica di mercato che si ripete continuamente. Più piccole sono le aziende più sono appettibili per essere introdotte nel grande circo della speculazione.

Assorbito dalla società Ligabue, dopo due anni e cinque mesi, a fronte del dichiarato fallimento della stessa, si ritrova improvvisamente senza lavoro assieme ai 500 colleghi.
Alcuni di questi furono successivamente riassorbiti dall’azienda che subentrò, per altri invece, quelli più costosi perché specializzati, si aprirono le porte della mobilità. Un salto nel buoi che durò 5 anni. Nel 2001 arrivò l’assunzione con la Cotral, come verificatore, con una retribuzione di 1.100 euro mensili. In questo frangente, nemmeno le frasi confortanti dei delegati sindacali riescono a contenere il dubbio che assilla questi lavoratori. Quale futuro per la Cotral e per noi?

L’ equazione matematica che si ripete continuamente nel settore dei trasporti, purtroppo, non è una novità. Episodi che abbiamo già visto consumarsi all’interno di tante aziende a partecipazione pubblica, dalle ferrovie alla compagnia di bandiera fino al trasporto marittimo. Con dei risultati alquanto discutibili. Prima si divide il patrimonio societario dalla gestione, poi si divide ancora in piccole società satellite e infine il dado è tratto. La privatizzazione è servita.

Un pacchetto appetibile per tutte le società che intendono investire. Ma a pagarne le spese, ci sono loro. Lavoratori che si troveranno con contratti diversificati, quasi sempre peggiorativi o sul baratro della mobilità o della cassa integrazione. Perché, la privatizzazione non sempre rappresenta la via del successo. Anzi, a volte succede proprio l’esatto contrario. Nel caso del Cotral, però, la questione presenta una forte contraddizione. La scelta del Cda è in totale contrasto con l’impegno programmatico della regione Lazio. In primis quello del mantenimento del trasporto a carattere esclusivamente pubblico.

L’assessore Franco Dalia parla di proroga sulla prossima gara che vedrà protagoniste le aziende del trasporto pubblico locale. Ma i lavoratori non ci stanno. Le scelte di un azienda pubblica vanno concertate tra le parti in causa. Nessuno escluso. La vertenza è dunque aperta.

Alessandro Ambrosin

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