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Il Che

(4 Novembre 2007)

In occasione del quarantennale dell'assassinio del compagno Ernesto Che Guevara, il Centro Sociale Vittoria, l’ Associazione Marxista “Politica e Classe” e l’Associazione Nazionale Nuova Colombia organizzano una due giorni di iniziative politiche e culturali.

Crediamo che ricordare la vita del Che abbia oggi un valore assoluto nel dare un segnale di possibilità di cambiamento e di non rassegnazione allo stato di cose presenti.

Il Che per la sua vita, la sua totale dedizione alla causa della liberazione dei popoli dalla miseria e dallo sfruttamento, la sua grandezza etica e politica è diventato un mito per diverse generazioni di giovani e militanti in tutto il mondo, ma la borghesia utilizza i miti per staccarli dalla realtà, decontestualizzarli, assorbirli, e in pratica svuotarli del loro contenuto rivoluzionario.

Va ribaltata l’idea di chi vuol rendere il Che un’icona inoffensiva.

Perché il Che è stato il giovane medico che girando per il Sudamerica ha impresso nel suo cuore e nella sua mente le sofferenze e l’ingiustizie patite dai popoli sudamericani cosi sfruttati dalle borghesie nazionali serve dell’imperialismo Usa.

Il Che è stato il giovane compagno che, colpito dall’incontro con il comandante Fidel , abbraccia l’idea rivoluzionaria, salpa con il Granma e diventa egli stesso parte di un progetto di liberazione nazionale.

Il Che è il grande rivoluzionario, il combattente, lo stratega che sa dosare rigore e umanità nel comandare la sua colonna di rivoluzionari e rivoluzionarie nel portare l’attacco alla dittatura di Fulgencio Batista.

Ma il Che è anche l’uomo d’azione che si mette a tavolino per studiare scientificamente e approfonditamente i principi economici che reggono sia l’economia capitalista che i paesi socialisti, cercando di trovare soluzioni per vincere la sfida della sopravvivenza in un quadro di uguaglianza sociale, in una piccola isola del Mar dei caraibi contrapposta alla più grande potenza economica imperialista.

Il Che è infatti il combattente che diventa ministro dell’economia per pianificare lo sviluppo di una rivoluzione sociale, affrontando la difficoltà della sfida di una trasformazione a 360° di un’economia basata sullo sfruttamento verso una società socialista impostata su diritti e garanzie sociali.

Ed egli assume questo compito apportando fondamentali innovazioni che mettono al centro della produzione economica l’uomo con le sue aspirazioni, i suoi bisogni e l’ inalienabile diritto all’uguaglianza.

Per questo il Che contribuisce a definire linee di sviluppo socialista tali da garantire modelli di organizzazione produttiva che possano portare a modificare coscienze e ruoli, ed infatti il Che parla della nascita di un uomo nuovo, un uomo capace di relazioni sociali diverse, improntate alla solidarietà e alla collaborazione, uomini e donne nuovi consci della propria importanza in un meccanismo di valorizzazione collettiva.

Ed è per questo che il Che non è riducibile ad un volto carismatico su una maglietta, ma ne va esaltato il ruolo di dirigente rivoluzionario capace di elaborare un contributo ideologico fondamentale al marxismo e, approfondendone l’analisi e le questioni legate alla fase della “transizione al socialismo”, ha sicuramente dato segnali di vivificazione fortissima ad un’idea di COMUNISMO fortemente appannata dalle scelte del cosiddetto socialismo reale Il Che è infine il comunista che mette in gioco la sua vita, provando ad accendere scintille per incendiare l’intera prateria contro il colonialismo e l’imperialismo in tutto il mondo, ed è in questo suo ultimo sforzo che verrà assassinato dalle milizie boliviane sotto la supervisione di agenti della C.I.A., i quali ne faranno nascondere il cadavere per cercare di disperderne la memoria.

Ma è, al contrario, per queste mille sfide che il compagno Ernesto Che Guevara è diventato un elemento fondamentale di un immaginario di generosità e di ribellione ed ha assunto un ruolo importantissimo nella storia del movimento di classe internazionale.

Ed è per questo che parlare del Che oggi assume una grandissima importanza, perché vuol dire parlare delle lotte di milioni di uomini e donne contro lo sfruttamento e per la liberazione dal lavoro salariato, e, al contrario dell’esaltazione di vuote icone, vuol dire parlare della materialità dei bisogni, di cose reali, di sacrificio, di cultura, di organizzazione, in sintesi di una trasformazione radicale dell'esistente e di come questa oggi sia possibile e necessaria, in una sola parola vuol dire parlare di comunismo.

i compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria-Milano

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