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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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I problemi dell'Italia e l'Unità dei Comunisti

(7 Novembre 2007)

Occorre essere chiari. Il coordinamento per l'unità dei comunisti ha senso se prevede nei tempi necessari ma utili un percorso che lo faccia diventare prima un movimento e poi un partito.

In Italia c'è bisogno di tutto fuorchè di testimonianze. Con la sola testimonianza non si va in nessuna parte, tantomeno serve a cambiare lo stato di cose presenti.

La classe che i comunisti rappresentano ha bisogno di riconoscersi in un progetto semplice e chiaro e vedere che lungo la strada della sua realizzazione si ottengono risultati tangibili. Per ottenere ciò i comunisti non possono estraniarsi dai processi in corso anche se determinati da altri ed intervenire su questi processi.

A scanso di equivoci, io ritengo che, una volta fissato l'obiettivo strategico e cioè creare una società socialista, va analizzato lo stato di cose presenti, individuati gli strumenti da adfottare nel percorso verso il cambiamento individuando strade non utopiche nè meramente contestative e con obiettivi che siano soprattutto comprensibili e riconoscibili anche ad una platea più vasta di coloro che i comunisti intendono rappresentare e cioè la classe operaia e il lavoro dipendente in genere perchè c'è bisogno di alleanze più ampie.

Occorre chiarire che i comunisti sono naturalmente contro la destra e gli interessi che questa rappresenta ma anche oppositori del partito democratico ed alternativi alla "cosa rossa" in quanto forza d'ispirazione riformista già fallita in partenza come ha dimostrato l'attuale esperienza governativa.

I problemi di fase dell'Italia sono tanti: da un lato la mafia, la camorra la 'ndrangheta; dall'altro, sul terreno prettamente democratico, il vaticano, la stampa e la tv di regime, il partito amerikano e il sindacato confederale. Per partito amerikano si intende ovviamente il partito di Veltroni e per sindacato la CGIL.

Sulla criminalità organizzata non mi dilungo sebbene vi sia iterazione con la "criminalità" politica. Mi soffermo invece sugli altri aspetti.

Riguardo il vaticano occorre insistere nel denunciarne i propositi del tutto espliciti e rivendicati come legittimi ,di ledere la laicità e sovranità dello stato, di continuare a distogliere allo stesso ingenti risorse altrimenti destinate allo stato sociale e soprattutto di fare dell'Italia uno stato etico basato sul fondamentalismo cattolico. Avere coscienza che per questo progetto il vaticano si avvale non soltanto della destra ma anche dei cattolici che si collocano al centro dello schieramento politico ed oggi, per ragioni opportunistiche insite nel processo trasformistico realizzato , anche di quei laici, ex comunisti, confluiti nel partito democratico.

Quanto a quest'ultimo esso si configura come il partito amerikano, un partito interclassista, atlantico, subalterno ai poteri forti , privo di ideologia e perciò privo di valori determinati. Forse, al di là delle intenzioni originarie, il passo verso un partito populista , nazionalista ed il razzista è già breve.

La ancor breve gestione di Veltroni, fin dall'annuncio della sua candidatura ha prodotto le ben note ordinanze contro i lavavetri ed i mendicanti, la campagna xenofoba contro i rumeni ed il pacchetto sicurezza del governo Prodi che oltre alla criminalità colpisce anche il dissenso.

Il partito democratico è un partito di centro che ha scelto di contendere alla destra la rappresentanza dei poteri forti economici, finanziari ed imprenditoriali ed una visione di società benpensante e aristocratica che producendo miseria, disperazione ed emarginazione risponde espellendola dal contesto civile. Questo suo progetto trova supporto nella stampa di regime e nella tv di stato manipolatrici di informazione ed istigatrici di campagne xenofobe ed in una burocrazia sindacale che ha sacrificato aull'altare "piduista" gli interessi dei lavoratori. Il protocollo sul walfare ed il comportamento della CGIL a riguardo ne è conferma. Cessa così ad esistere in Italia quel sindacato di classe i cui benefici ancora resistono nonostante l'attacco subito negli ultimi vent'anni. E' probabile che nei tempi anche brevi assisteremo all'unificazione di CGIL-CISL-UIL e alla costituzione di un sindacato unico di regime.

Alla luce di queste considerazioni appare inspiegabile il comportamento di ciò che rimane della sinistra in Italia che, ancor priva di un progetto alternativo, continua a rimanere abbarbicata ai posti di governo per esercitare una risibile politica di riduzione del danno che non ha impedito che vada avanti il disegno restauratore di Veltroni e compagnia.

Pensare di "giocare" sulle contraddizioni interne ed esterne al PD o nella CGIL è pura illusione. Anzi, la novità del partito amerikano sta proprio nella sua possibilità e capacità di guardare anche a sinistra togliendo a quest'ultima spazi e consensi.

Ecco perchè la difesa della sinistra con i suoi valori ,non può essere lasciata nelle mani dei riformisti. Solo una sinistra di alternativa, anticapitalistica e d antimperialista il cui perno sia rappresentato dai comunisti può raggiungere questo obiettivo.

C'è bisogno dunque in Italia del ritorno di un forte partito comunista, certamente rifondato rispetto alle esperienze del passato, ma chiaro nelle sue scelte di fondo che devono costituire le basi per un progetto di società socialista, democratica, plurale e partecipata.

Per questo c'è bisogno che cessi la diaspora comunista con i suoi particolarismi, le sue utopie, le sue esaltazioni e che rinunci a coltivare insignifanti ed improduttivi orticelli. Occorre pensare in grande.

Il coordinamento che si è costituito in tante regioni e provincie è un buon tentativo che verrà però giudicato su quanto produrrà lungo il percorso che si è dato.

Un percorso pieno di filoni di lotta e di iniziativa da intraprendere senza soluzione di continuità: dalla difesa della democrazia sostanziale, del sindacalismo di classe, della sovranità nazionale. All'interno di questi obiettivi stanno temi quali quelli della rappresentanza, del ruolo dei movimenti, del conflitto di classe e delle conquiste salariali, della pace e della guerra,dell'autonomia dell'europa e della lotta ai terrorismi, ivi compreso quello nord americano, della laicità e dei diritti di cittadinanza individuali e collettivi. Tutti temi che non possono essere nè sottovalutati nè trascurati da una organizzazione comunista.Tutti temi su cui riflettere, discutere per agire. Attenzione però, non abbiamno molto tempo a disposizione.

Lucio Costa - Coordinamento per l'Unità dei Comunisti - Padova

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