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Emergenza ceneri...

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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
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CIA batte D'Alema

(11 Novembre 2007)

Qualche mese fa, il nostro intelligentissimo ministro degli esteri D’Alema, con il dovuto sussiego e l’aria compiaciuta di chi distilla novità sconvolgenti a poveri mortali, affermava di notare una “discontinuità” nella ottusa e aggressiva politica USA, citando la cameriera di Bush, Condoleeza Rice, come elemento di novità della politica estera imperiale.
Come si sa, la novità fu l’invio di altre truppe in Irak.
Anche la perentoria richiesta di chiudere l’intervento in Afghanistan con la convocazione di una conferenza di pace tra i più importanti paesi dell’area, proposta dal volpino D’Alema, si dimostrò velleitaria e fu lasciata cadere miseramente, senza che il promotore, dopo essersi fatto bello in Italia e fatto rifinanziare con questa scusa il nostro intervento militare, cercasse di nuovo di proporla o soprattutto di organizzarla.
Ho tirato fuori queste misere furbizie di un ministro di un governo che dovrebbe essere progressista, perché oggi 10 novembre, leggo sul “Corriere della Sera” il realistico e saggio intervento di Graham E. Fuller (ex vicepresidente del National Intelligence Council della CIA), che parlando della crisi del Pakistan e della intera regione dice testualmente le seguenti cose:

-la crisi in Pakistan è strettamente legata alla guerra in Afghanistan e ai sommovimenti in Medio Oriente. Il confrontarsi tra gli attivisti con le truppe americane non fa che accrescere il nazionalismo islamico. E’ la presenza militare degli Usa e la loro strategia nella regione ad essere vista come quel che priva i musulmani della loro dignità e sovranità, in un conflitto che è sempre più sentito come una guerra dell’America contro l’Islam-……
-la regione tornerà alla calma solo con il ritiro delle forze statunitensi dal loro confronto con l’Islam e con l’avvio di una politica di ambito regionale per il problema afgano, una politica che riconosca i profondi interessi dei principali protagonisti regionali che aspirano alla stabilità di quell’area: Pakistan, Iran, Russia, Cina, India. Ma questa realtà è un anatema per la strategia egemonica mondiale dell’amministrazione Bush-

Musica per le mie orecchie! Parole chiare, lungimiranti, di pace duratura, che riconoscono la convergenza di interessi economici ed energetici tra paesi come la Russia, l’Iran, la Cina e l’India, che hanno bisogno di un Afghanistan pacificato attraverso cui far passare oleodotti, gasdotti, merci, in una area geopolitica che sarà comunque sottratta per sempre alla ingerenza e prepotenza americana.
Peccato che queste parole vengano addirittura da un ex-agente CIA, un falco per definizione, e dai nostri politicanti, che si spacciano (abusivamente) per democratici e progressisti, solo balbettii e appecoronamenti alle direttive del grande fratello yankee.
Buttare soldi e vite in Aghanistan è da cretini, prima che da criminali, e il “consiglio” da dare a D’Alema è questo: chieda alla UE, in una assise straordinaria con tutti i ministri degli esteri, di votare una deliberazione per il ritiro immediato e unilaterale di tutte le truppe occidentali in quell’area, tenendo presente che l’Europa sarebbe la principale beneficiaria di un medio ed estremo oriente pacificati, sbocco naturale di un reciproco interesse di scambio tra i prodotti tecnologici europei e le materie prime ed energetiche dei paesi mediorientali.
Non più l’immonda “egemonia” Usa, basata su guerre e minaccia militare, non più la dittatura del dollaro come moneta di pagamento del petrolio, basta con la guerra fredda degli scudi spaziali, ma un area di libero scambio basata su reciproci interessi e libero mercato.
Finchè non ci allontaneremo politicamente dagli Usa e l’Europa non parlerà con una sola voce, scordiamoci la pace e la democrazia.
Paolo De Gregorio

10 novembre 2007

Paolo De Gregorio

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