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Bell'Italia amate sponde

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(16 Maggio 2009) Enzo Apicella
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha reiterato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la richiesta di porre fine alla prassi del respingimento di migranti dalla Libia.

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(La tolleranza zero)

Dove si abbatte la scure della sicurezza? Come al solito sui proletari!

(11 Novembre 2007)

E i fatti più recenti che hanno caratterizzato quest’ottobre nero, in Umbria e non solo, ne sono una chiara dimostrazione.

- Domenica 14 ottobre: AldoBianzino viene trovato morto nel carcere di Capanne, dov’era detenuto in isolamento da 2 giorni. Solo dopo una settimana la stampa locale inizia a parlarne perché l’esame autoptico rivela “lesioni compatibili con l’omicidio”. L’assassinio in carcere di Aldo Bianzino richiama l’attenzione sulla natura e la funzione reale di questa istituzione totale: l’annullamento di un uomo che nessuna colpa aveva se non quella di coltivare marjuana per uso personale.

- Martedì 16 ottobre: scatta l’operazione “Rosso di sera”. La montatura giudiziaria parte dalla Magistratura di Potenza e interessa tutta la rete dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe. 25 compagni, lavoratori, precari, disoccupati (a Taranto, Ravenna, Palermo, Milano, Bergamo, Marghera, Potenza, Napoli, Perugia) sono indagati per i reati di cui agli artt. 270bis e 272 c.p.p. e alcuni operai della Fiat di Melfi vengono per questo licenziati. Sotto accusa è l’attività sindacale degli inquisiti nelle principali fabbriche del paese, dalla Fiat di Melfi, sulla quale pende un'inchiesta per i danni biologici subiti dagli operai a causa del TMC2 (inasprimento dei ritmi di lavoro) , all'Ilva di Taranto, che gode del primato nazionale degli omicidi bianchi. Ma in generale, come si evince dagli atti di accusa, sotto attacco sono le libertà di espressione e di organizzazione dei proletari e dei comunisti per costruire una forza di massa in grado di rovesciare il sistema del capitale e costruire una società giusta, senza sfruttamento, morti sul lavoro, precarietà, caro-vita, oppressione e repressione. A Perugia è indagata una compagna della Rete Antifascista Perugina, impegnata, tra l’altro, nelle lotte per la difesa del territorio dal saccheggio militare e padronale, contro la privatizzazione dell’acqua e per la conquista di spazi sociali.

- Martedì 23 ottobre: con accuse simili si scatena a Spoleto l'operazione "Brushwood”. 5 giovani sono arrestati e una sesta persona è indagata. L’arresto dei giovani è accompagnato da un incredibile e sproporzionato spiegamento di forze di “sicurezza” e da una risonanza mediatica a dir poco sospetta, come se con questi arresti si volessero coprire le denunce e le mobilitazioni che in Umbria, disvelano il malaffare politico che alligna all’ombra delle giunte di centrosinistra, criminalizzando le battaglie per la salvaguardia dell'ambiente che i cinque compagni hanno contribuito ad animare. Alcuni degli arrestati sono infatti compagni conosciuti e stimati in città e regione per essersi schierati e aver lottato sempre a viso aperto contro gli scempi perpetrati in nome del profitto di speculatori locali e multinazionali. Il carattere persecutorio di tale montatura mediatico-giudiziaria è confermato dal fatto che uno dei compagni arrestati, Michele, già lo scorso marzo aveva denunciato di aver ricevuto provocazioni e minacce da parte dei carabinieri e, in agosto, aveva risposto con serenità, determinazione e schiettezza alla campagna di criminalizzazione preventiva lanciata dalla stampa locale, smentendo gli articoli allusivi con cui già allora si cercava di mettere in relazione gli anarchici spoletini ai fatti per cui oggi sono accusati di “terrorismo”. Nonostante la sempre più evidente strumentalità dell'operazione Brushwood, 4 dei cinque compagni rimangono in carcere, lo stesso carcere dove ha perso la vita Aldo Bianzino.

Lanciati nella loro rincorsa alla destra sul terreno dell'autoritarismo e delle leggi liberticide, in troppi a "sinistra" stanno tacendo su quello che accade in Umbria, e non solo. Con il pretesto della sicurezza si mettono a rischio i più elementari diritti democratici di tutti e tutte e si tenta di nascondere il drammatico peggioramento delle condizioni materiali di vita di milioni di lavoratori e di famiglie.

E’ evidente che in tale clima di attacco generalizzato del capitale, l’uso sempre più spregiudicato dell’articolo 270 bis c.p.p., “associazione sovversiva con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico”, mutuato dal fascista codice Rocco, rappresenta uno dei principali strumenti di deterrenza delle lotte sociali e di criminalizzazione del proletariato.

PERCHÉ SONO I PROLETARI CHE VANNO IN GALERA, NON CERTO I RICCHI, I POTENTI, I CORROTTI, GLI SFRUTTATORI!

VERITA’ E GIUSTIZIA PER ALDO BIANZINO

LIBERTA’ PER I GIOVANI ARRESTATI

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI INQUISITI

COMPAGNI E COMPAGNE UMBRI

Fonte

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