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(17 Novembre 2007)
Nel luglio 2001 decine di migliaia di uomini e donne manifestarono a Genova contro il G8 per il diritto dei popoli alla autodeterminazione, contro le politiche monetarie e finanziarie del Fondo Monetario e della Banca Mondiale, che hanno gettato sul lastrico nazioni e popoli facendo arricchire le multinazionali e il grande capitale.
Quelle manifestazioni - che avevano avuto come preludio la manifestazione di Napoli del marzo 2001, con Bianco Ministro degli Interni del Governo Amato sostenuto dall'Ulivo - furono represse nel sangue.
In occasione del G8 di Genova il Governo Berlusconi, appena insediato, praticò la tolleranza zero contro i manifestanti; furono commessi abusi e violazioni di ogni tipo, manifestanti pacifici ed inermi furono massacrati, arrestati arbitrariamente e poi seviziati alla Caserma Diaz e a Bolzaneto.
Le forze politiche di centro destra (come non ricordare il capo di alleanza nazionale e allora Ministro degli Esteri Gianfranco Fini nelle caserme da dove si comandavano carabinieri, polizia e finanzieri....) dettero il via libera alle forze dell'ordine per caricare i manifestanti e nella occasione ci scappò il morto, un giovane di 21 anni, Carlo Giuliani, del cui omicidio il solo responsabile individuato è stato un carabiniere di venti anni, mentre ancora non è stata chiarita la reale dinamica della vicenda e gli effettivi responsabili nella catena di comando nella piazza.
A distanza di alcuni anni i colpevoli della mattanza di Genova agiscono indisturbati: gli ufficiali di CC, PS e Guardia di Finanza sono stati promossi, i politici nelle tribune elettorali difendono il comportamento premeditato della polizia (a cui qualcuno deve aver impartito ordini ben precisi perché si scatenasse l’aggressione ai pacifici cortei e agli inermi manifestanti di quelle giornate) e continuano a dichiarare che la responsabilità fu dei manifestanti che, ricordiamo nuovamente, venerdì 19 e sabato 20 luglio sfilavano in cortei entrambi autorizzati che furono caricati dopo che le forze dell’ordine avevano lasciato del tutto indisturbati i devastatori del cosiddetto “blocco nero”.
Chi ha pagato per la mattanza di Genova? Nessuno.
Alcuni PM hanno invece chiesto centinaia di anni di carcere per 25 manifestanti tacendo sulle spranghe di ferro usate dai Carabinieri nella carica di via Tolemaide, sulle migliaia di lacrimogeni sparati sul lungomare contro un corteo pacifico, sulle cariche dei blindati lanciati a folle velocità contro i manifestanti.
La Commissione di indagine parlamentare promessa in campagna elettorale dall’Unione è rimasta sulla carta, bocciata dalle forze moderate del centrosinistra che, come il centrodestra, hanno fatto della repressione contro tutte le manifestazioni di dissenso una bandiera, per trasformare ogni opposizione sociale alle politiche antipopolari bipartisan in una questione di ordine pubblico.
Per queste ragioni crediamo che non si possa tacere e subire!
Avevano ragione i manifestanti contro il G8 come hanno ragione oggi quelli che scioperano contro la finanziaria e la precarietà del mondo del lavoro, che lottano per una società dove non ci sia la sopraffazione del capitale sui diritti dei lavoratori, che lottano perchè non accettano leggi repressive che invece di investire nel sociale preferiscono adottare provvedimenti improntati alla tolleranza zero contro chi dissente, sia esso un precario, un immigrato o un giovane che si ribella alla devastazione ambientale.
Centinaia di anni di galera per annullare il diritto alla resistenza: in nome di quel diritto per cui abbiamo lottato contro il nazifascismo e in difesa della democrazia, contro le legislazioni emergenziali che tramutano l'opposizione sociale in fatto di ordine pubblico, noi saremo in piazza a Genova.
COORDINAMENTO PER L’UNITA' DEI COMUNISTI
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