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Base Usa di Vicenza. Comipar: quanta confusione

(20 Novembre 2007)

Ad ovest è meglio che a est. Più lontani dalla trafficata Via S. Antonino: occhio non vede, cuore non duole, avranno pensato i componenti del Comipar nel chiuso delle loro stanze.

Una vera e propria rivoluzione, firmata Paolo Costa. Cinquanta metri fan la differenza: distruzione della falda acquifera? Cementificazione del territorio? Stoccaggio di armamenti? Militarizzazione della città? La «decisione democratica», come la definisce il commissario, di realizzare la base Usa non prevede questi problemi. Tra dieci anni li chiameranno «effetti collaterali», come i morti che causano le loro bombe.

La decisione odierna del Comipar è del tutto priva di significato nella babele di posizioni che, in queste settimane, sta attraversando i promotori della militarizzazione della città berica; il commissario Costa parla di “decisione democratica”: dovrà accettare che, in democrazia, possa esserci la maggioranza della comunità locale che continua ad opporsi alla realizzazione dei progetti statunitensi. E questa, attualmente, è anche l’unica certezza dell’intera vicenda: la nuova base Usa non si realizzerà perché tanti cittadini sono determinati ad impedirlo.

Presidio Permanente, Vicenza, 19 novembre 2007

Presidio Permanente contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza

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