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(2 Maggio 2012) Enzo Apicella
A Torino contestato Piero Fassino al corteo del primo maggio. La polizia interviene con una carica pesante e immotivata.

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Spoleto: ostaggi di un teorema

Controinchiesta su Brushwood

(24 Novembre 2007)

IPOTESI DI REATO PER TUTTI
a) ART. 270 BIS, del codice penale, costituivano, organizzavano, partecipavano, a un gruppo di ispirazione “anarchico-insurrezionalista” denominato COOP-FAI, in Spoleto, dal marzo 2007 ad oggi.
L’”Associazione terroristica” Spoletina è così organizzata “fin dal marzo 2007”.
Damiano e Fabrizio si conoscono per la prima volta nella caserma dei carabinieri dopo l’arresto.
Andrea e Fabrizio si conoscono a metà agosto, il giorno della famosa intercettazione in cui si parla di soldi, in realtà assegni ( per la fantasia dei ROS, proiettili in linguaggio cifrato ).
Fabrizio conosce Michele a fine luglio, alla XVII Festa dei Comunisti.
Andrea conosce in modo assolutamente superficiale e del tutto occasionale Dario e Damiano; Andrea non si è mai interessato di politica e tanto meno di anarchia.
Fabrizio ha incontrato Dario 2 volte in tutto; in una delle due occasioni si lasciano un po’ in malo modo, perché Dario , invece di portare due amiche che erano con lui a fare una salsicciata nella “famosa” boscaglia, decide di andare a dormire e le porta via.

Insomma, praticamente non si conoscono, l’unico che conosce tutti ( in realtà Fabrizio non lo conosce ) è Michele.
La banda viene inventata per fermare l’attività politica di anarchico militante di Michele, assolutamente legittima e sfacciatamente pubblica.

INOLTRE SONO ACCUSATI DI:
DAMIANO è accusato di avere fatto alcune scritte sui muri. ( solo per questo viene arrestato, e tutta qui è la sua attività “terroristica” ). Sostanzialmente Damiano viene chiamato a concorrere a formare la “banda”.

FABRIZIO è accusato del reato di minacce gravi e ingiurie alla Presidente Lorenzetti, attraverso l’invio di una busta contenente 2 proiettili da arma da sparo.
L’intercettazione ci presenta un Fabrizio “alticcio” che vomita addosso alla macchina di Michele.
Altro non c’è. E allora perché Fabrizio viene arrestato ?
Un elemento per riflettere su questo punto c’è; un fatto che parla della convinzione con la quale i ROS si sono mossi. Il fatto di cui si parla avviene nel corso della perquisizione a casa di Fabrizio, presenti i genitori. I ROS cercano insistentemente armi che a loro avviso Fabrizio dovrebbe avere, perché così a loro risulta, e a nulla valgono le risposte di Fabrizio che ripetutamente spiega di averle, rese, vendute, 15 anni prima, e tutto con tanto di certificazione della Polizia. (chi ha mandato i ROS non può non sapere dell’impossibilità che possa reggere alla prova dei fatti la farneticante ipotesi delle munizioni che vengono dall’Albania attraverso Andrea contenuta nelle accuse, non a caso totalmente smontata dal suo difensore ).
E’ solo alla caserma dei carabinieri di Perugia, dove Fabrizio transita dopo l’arresto, che gli dicono va bene , abbiamo verificato, per le pistole tutto a posto.
Fabrizio serve quindi ad “armare” la banda. Fabrizio serve, al pari di Damiano a concorrere a sostenere i numeri necessari a parlare di associazione terroristica e di 270 bis.

ANDREA non è anarchico, anzi non sa neanche cosa sia la politica. Se qualche volta è con Michele è solo perché essendo amici, come Michele si trova in situazioni proprie di Andrea, Andrea si trova in situazioni proprie di Michele.
Andrea non conosce Fabrizio.
Costretto a lasciare la casa dove vive con Michele, per decisione del padre; lascia, suo malgrado, Michele in una situazione di precarietà, anche economica, l’affitto, le altre spese per la casa, che si ripercuotono per forza di cose anche sugli studi e l’attività politica di Michele.
Andrea che non è tipo di accettare questa situazione, pur da lui non dipesa, aiuta nei modi che può il suo amico. La loro amicizia è veramente importante come emerge dagli stessi atti di accusa.
Così viene tirato dentro anche lui, sempre nel tentativo di “armare” la “banda”. I proiettili,”li ha portati lui” scrivono i ROS, con una logica pregiudiziale verso questo ragazzo veramente inaccettabile. Si farnetica appunto, su un viaggio in Albania fatto con il padre, dal quale sarebbero arrivati i proiettili, una fantasia smontata, pezzo per pezzo, dal difensore di Andrea.
Con questo pregiudizio gli assegni che Andrea porta a Michele in più di una occasione, una di queste è anche riscontrabile da un deposito presso la COOP, diventano attraverso una intercettazione ambientale, (quella in cui chi accusa ritiene si sia organizzato l’invio della lettera alla Presidente della Regione), i proiettili indirizzati alla Lorenzetti ( per i ROS soldi in linguaggio cifrato significano proiettili!!!!!).
Purtroppo per chi indaga però, dagli interrogatori fatti in stato di isolamento totale ( anche dagli avvocati ), che di assegni si tratti viene fuori in totale evidenza dal racconto dei due ragazzi, una evidenza segnata da un racconto non fotocopia ma in cui la prospettiva e il segno della diversa identità dei due ragazzi emerge come dato che rende oltremodo vero e reale ciò che i due giovani riferiscono.
Per la necessità di sostenere un teorema che zoppica e con logica retroattiva, ma senza nessuna prova, ad Andrea viene anche attribuito, insieme a Michele, il tentativo di incendiare la centralina di un cantiere edile a Colle San Tommaso, il 9 marzo 2007.

DARIO è amico di Michele da lunga data, hanno giocato per anni insieme a basket, nella squadra del padre di Dario.
Insieme vengono accusati di aver danneggiato un mezzo utilizzato per realizzare il percorso meccanizzato della mobilità alternativa. Un fatto ammesso da entrambi, ma attenzione, siglato, sarebbe meglio dire vergato, con la degli anarchici, attraverso un bastone sulla rena. Dario non compare in nessuna altra accusa, ma si becca come gli altri il capo di imputazione A, l’associazione terroristica, denominata COOP-FAI., anche se come detto nell’episodio del Giro della Rocca, non c’è nessuna COOP-FAI, nessun volantino di rivendicazione.

Una domanda si pone a questo punto come necessaria. Come mai, non possiamo non domandarci, ogni qual volta c’è un volantino di rivendicazione a firma COOP-FAI ( Colle San Tommaso, Lorenzetti ) non c’è nessun riscontro, mentre quando queste rivendicazioni non ci sono ( episodi marginali e minori ) non c’è nessuna COOP-FAI e alcun volantino di rivendicazione?
Come mai questa “banda terrorista” dovrebbe nelle sue azioni, utilizzare e dismettere sigla e volantino di rivendicazione di volta in volta, in coincidente sincronia con i riscontri di prova dati dalle intercettazioni ?
Chi accusa i 5 ragazzi di Spoleto di Associazione Terroristica lo deve spiegare, perché questa è una situazione evidentemente non realistica.

MICHELE viene accusato di tutto, attraverso sillogismi, deduzioni, pregiudizi,, trasposizioni di fatti senza riscontri in idee mai negate e pubblicamente espresse.
Il 9 marzo avrebbe attentato a un cantiere di Colle San Tommaso. Il ragionamento che fanno i ROS e che il PM accoglie è questo. A Colle San Tommaso si è cercato di bruciare un quadro elettrico, con una sostanza infiammabile e attraverso un “innesco”, che sarebbe il giornale “Il Vicenza”.
Michele è stato a Vicenza il 17 febbraio alla manifestazione contro la Dal Molin, Michele è anarchico, Michele è colpevole. Null’altro che questo. Un sillogismo degno di Torquemada. Basti pensare che dall’Umbria, a Vicenza, il 17 febbraio 2007 siamo andati in almeno 300 ( tre pullman e decine di macchine ), molti da Spoleto.
Stesso atteggiamento per la lettera alla Lorenzetti. Le accuse per Michele, estese ad Andrea e Fabrizio, sono basate su: “corrispondenze terminologiche” tra il linguaggio dei volantini del Gruppo Ambiente a cui Michele appartiene e alcune delle frasi contenute nella rivendicazione e l’ ”interpretazione” arbitraria di una discussione che ha per oggetto soldi ( per l’esattezza assegni ) che nella mentalità dietrologica dei ROS vengono “tradotti” in pallottole.
Tutto questo senza contare che ben poco credibile appare un ecoterrorista che fa del tutto per farsi individuare, “utilizza il giornale che ha preso alla manifestazione per lasciarlo sul posto dell’attentato del 9 marzo, utilizza gli scritti dei propri volantini pubblicamente diffusi su internet e li riutilizza per rivendicare le minacce alla Lorenzetti”. Molto più credibile che si tratti un copia incolla di informazioni e di semina di giornali a disposizione di chiunque, e quindi anche di avesse un qualche interesse a utilizzarli per gli scopi più diversi.
Nell’uno e nell’altro caso, gli unici rivendicati dalla COOP-FAI, non solo nessuna prova, ma nessun indizio.
La volontà persecutoria verso Michele e verso le sue idee emerge in modo clamoroso, nell’attribuirgli qualsiasi fatto, anche a fronte di zero indizi come sono costretti ad ammettere gli stessi ROS negli atti. Gli vengono attribuite le scritte a Colle Risana, senza nessuna prova, gli viene attribuito un principio d’incendio a un quadro elettro del cantiere del cosiddetto “ecomostro”, non solo con nessuna prova, ma con la certezza, che possiamo riaffermare in questo stesso momento, che Michele si trovava fino a tardissima ora ( più o meno le tre del mattino ) insieme a noi,alla Festa dei Comunisti, fin dal tardo pomeriggio di quel 23 luglio e tanti sono quelli che lo possono giurare.
Quello che c’è di “pericoloso” in questa storia sono le sue idee, il suoi scritti, il suo libro.
Evidentemente per i reparti speciali dei carabinieri un anarchico che scrive un trattato di filosofia a 18 anni è più pericoloso di chi realmente compie azioni violente.
Dovrebbero però sapere che pensare e scrivere, non solo è legale, ma è garantito dalle legge fondamentale dello stato, la costituzione italiana, che dovrebbero servire.
Per i politici più in vista della nostra Regione presentarsi come sotto attacco del terrorismo è certamente utile; molto, molto, meno utile sarebbe sapere di essere attaccati da gruppi “camorristici” e affaristi, con il problema che qualcuno si domandi perché
Vogliamo Michele, Andrea, Dario e Damiano liberi, sono innocenti, non appartengono a nessuna Associazione Terroristica denominata COOP-FAI, non hanno inviato nessuna lettera di minacce alla Lorenzetti.

LA SENTENZA DEL RIESAME CONFERMA E DEFINISCE IL MODUS OPERANDI DI ROS E PM, LA PRESUNZIONE DI COLPEVOLEZZA.

CONFERMA
Non ci sono prove e neppure indizi, si rimane in carcere con sillogismi, con operazioni semantiche e affinità lessicali.
Il sillogismo: la COOP-FAI è una sigla dell’anarchismo, Michele e Andrea sono individuati come anarchici, Michele e Andrea sono colpevoli.
L’operazione semantica: Michele e Andrea parlano di soldi, i ROS separano il significante ( la parola ) soldi dal significato (la cosa concreta di cui si parla) assegni, e gli attribuiscono arbitrariamente un altro significato, pallottole.
L’operazione lessicale, “c’è corrispondenza terminologica” tra quello che scrive il Gruppo di Difesa Ambiente di cui Michele fa parte e passaggi contenuti nella lettera di minacce alla Presidente della Regione.

DEFINISCE
Si articolano le posizioni e si focalizzano gli obiettivi. L’associazione terroristica non c’è, quasi tutti tra loro praticamente non si conoscono. Questa realtà è di una evidenza inconfutabile. Le poco significative “azioni” individuate, scritte sui muri e un danneggiamento, sono ammesse fin dal primo interrogatorio.
Non può il riesame che alleggerire le misure restrittive per Dario e Damiano.
Fabrizio è stato tirato dentro senza alcun motivo, la perquisizione a casa sua non ha dato luogo agli effetti sperati, non può che essere scarcerato,
Perché Michele e Andrea rimangono dentro ?
Perché sui due episodi che sono rivendicati dalla COOP-FAI non c’è nessuna prova e Michele e Andrea non possono confessare quello che non hanno fatto.
E’ il non confessare quello che i giudici vogliono che li tiene dentro. I giudici in tutta evidenza utilizzano la custodia cautelare per ottenere una confessione impossibile nella presunzione di colpevolezza che si sono fatti di Michele e Andrea, a prescindere dalle prove.
In uno stato di diritto, democratico, vige la presunzione di innocenza non di colpevolezza. E’ un segno di inciviltà e di mancanza di giustizia agire in senso contrario.
Non ci sono prove Michele e Andrea devono tornare liberi subito.

COMITATO 23 OTTOBRE – PER LA VERITA’ SU BRUSHWOOD

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