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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Vogliono abolire solo per il personale del Settore Sanitario il diritto al riposo giornaliero di 11 ore consecutive

(21 Novembre 2007)

La Direttiva Europea 93/104/Ce nel 1993 ha introdotto, tra l’altro, per tutti i lavoratori il diritto a godere di un riposo giornaliero di 11 ore consecutive.
Il parlamento Italiano l’ha recepita con 10 anni di ritardo (nel frattempo con Dini sono stati formalizzati i Co.Co.Co, è passata la Legge Treu nel primo governo Prodi e la Legge 30 (Biagi) nel secondo governo Berlusconi).
Insomma, il tempo per destrutturate il mercato del lavoro lo si è trovato, quello per armonizzare con il resto d’Europa i diritti in tema di orario di lavoro: NO.
Il recepimento della Direttiva Europea è stato attuato nel 2003 con il D.Lgs.66/2003.

Una delle disposizioni della legge è relativa ai riposi giornalieri e settimanali. In particolare l’art. 7 prevede che “il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore”.

Significa una Asl è passibile di pesantissime sanzioni, se programma i seguenti TURNI ILLEGITTIMI, che prevedono:

· mattina e notte nello stesso giorno;
· la mattina dopo il pomeriggio del giorno prima senza un riposo notturno di 11 ore;
· il pomeriggio dopo una notte;
· la pronta disponibilità programmata senza un riposo di almeno 11 ore consecutive dopo la fine del normale turno.

In molti Ospedali, però, non è cambiato nulla. In Italia non c’è alcun interesse, da parte di delle Direzioni Aziendali, a far rispettare la legge sui riposi e si continua ad attribuire periodi di riposo inferiori a quelli previsti per legge.
Perché ? Perché c’è poco personale e quel poco viene spremuto come un limone.
E non vogliono assumere più personale.

Inoltre per tutti i medici, infermieri e tecnici che oltre l’orario di lavoro, sono obbligati per contratto ad essere prontamente reperibili, si verificano situazioni abnormi: ad es. chirurghi ed infermieri di sala operatoria, che hanno già lavorato tutto il giorno, vengono tranquillamente chiamati , anche più volte, di notte per interventi urgenti e la mattina devono essere nuovamente al lavoro. Nessuno vorrebbe di certo essere il paziente su cui viene eseguito un intervento chirurgico da medici e infermieri che hanno lavorato sia il giorno precedente sia durante la notte o avere esami diagnostici effettuati da personale stanco e affaticato perché non ha goduto di adeguato risposo dopo la reperibilità: il rischio di errore troppo elevato !!
Tutto procede con sistematiche violazioni della legge, finché una dipendente della Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio (Va) invia una esposto, a fine 2005, alla Direzione Provinciale del Lavoro perché accerti le violazioni del D.Lgs. 66/2003 in tema di riposi minimi garantiti.
Terminati gli accertamenti, il 16 Aprile 2007, la Direzione Provinciale di Varese multa l’Azienda di Busto Arsizio con una sanzione amministrativa di 15 milioni di euro.
Nel giugno ‘07, per non far pagare la sanzione, il senatore Tomassini richiede una modifica alla legge europea sull’orario di lavoro (D.Lgs.66/2003) con effetto retroattivo dal 2003 e per far continuare a far lavorare il personale sanitario e tecnico in situazioni di sotto-organico.
Nel frattempo, a seguito di esposti che segnalavano le violazioni del D.Lgs.66/2003, la situazione è diventata esplosiva: in 10 Ospedali della Lombardia le Direzioni Provinciali del Lavoro stanno effettuando accertamenti.

Adesso non va persa l' occasione per obbligare le direzioni aziendali a riorganizzare i turni di lavoro nel rispetto delle normative.

Il problema non si risolve introducendo nei CCNL deroghe alla Legge europea che prevedano riposi giornalieri NON garantiti con un numero minimo di ore.
Si risolve stanziando maggiori risorse per il personale: maggiori fondi per le assunzioni maggiore retribuzione per rendere più attrattive le professione sanitarie e tecnico-sanitarie.


E’ necessario che i Direttori Generali , spinti dalle sanzioni , pretendino un maggior numero di personale, facendo in modo che Regioni e Governo agiscano per questo obiettivo.
Altrimenti si devono dimettere, per far capire alle Regioni che così non si può andare avanti. E’ indegno che un Direttore Generale diriga una Azienda Sanitaria in cui venga sfruttato il personale, e a fine anno percepisca lauti premi perché è riuscito a contenere i costi.
Se si consentirà che i Direttori Generali non siano più sanzionati , lasciando che vengano tolti i limiti – anche solo nel CCNL- che la legge europea prevede per la tutela del riposo giornaliero, allora in futuro sarà molto più difficile ottenere organici adeguati.

Ministri e sindacati debbono convincersi che la vita e la salute del personale del Servizio Sanitario Nazionale sono più importanti dei dati di contabilità: chi assiste, cura e/o effettua esami diagnostici sui cittadini con problemi di salute non può farlo a scapito della propria salute e del proprio benessere psico-fisico, con ricadute nella propria vita privata, familiare e sociale.

Aderiamo all’appello del “Comitato Diritto al Riposo” contro ogni modifica di legge, emanazione di decreti e/o deroga contrattuale; fermiamo l’intervento di ministri e/o di CGIl-CISL-UIL affinché non ci sia una riduzione e vanificazione del periodo di riposo giornaliero, minimo garantito di 11 ore consecutive, previsto dalla Legge Europea sull’orario di lavoro.

Obblighiamo le Direzioni delle ASL ad organizzare i turni di lavoro
nel rispetto delle normative.

COBAS Sanità, Università e Ricerca

Fonte

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