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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Affari privatistici… con soldi e patrimoni pubblici

(3 Dicembre 2007)

La struttura dell'Ospedale al Mare al Lido di Venezia era frutto dell'opera centinaia di donatori e famiglie lidensi, nonchè di istituzioni della città.

Associazioni di cittadini, già lo scorso anno, avevano chiesto al Sindaco di Venezia di impegnare tutti i proventi derivanti dalla vendita delle aree dimesse esclusivamente per garantire i servizi di base della sanità: assistenza domiciliare, mezzi salvavita come un elicottero e l'idroambulanza, il potenziamento dell'assistenza distrettuale e un punto emergenza 24 ore su 24.

Lo scorso 9 maggio 2007 viene invece sottoscritto, dal Ministro per i beni e le attività culturali F. Rutelli, dal Presidente della Regione G. Galan, dal Sindaco di Venezia M. Cacciari e dal Direttore Generale dell’Asl 12 A. Padoan, un protocollo d’intesa per la vendita dell'ex Ospedale al Mare e per permettere quindi l’investimento privato della costruzione del nuovo Palazzo del Cinema.

In una conferenza stampa di presentazione del progetto, il 31 agosto 2007, il sindaco Cacciari assicura che con la “valorizzazione”-cioè la vendita- dell'area dell'ex Ospedale al Mare, “i servizi sanitari nell'isola saranno non soltanto tutelati, ma anzi migliorati”.

Questa Organizzazione Sindacale desidera comprendere i miglioramenti che l’Asl 12 Veneziana sta apportando alla sanità del Lido, anche alla luce delle ultime dichiarazioni del Direttore Generale circa la “creazione di un soggetto pubblico-privato per ridurre la spesa delle prestazioni sanitarie al Lido”.

L’ossessione economicista, con la scusa del contenimento della spesa pubblica, spiana di fatto la strada al mercato privato della salute.

Le sperimentazioni gestionali “pubblico-privato”, le esternalizzazioni, i project financing, gli ospedali super marcket, gli appalti e subappalti non producono, in realtà, né qualità, né efficienza e tanto meno economicità.

Il vero obiettivo - di queste scelte - è quello di abbassare la fascia di protezione per la popolazione più bisognosa, e allargare i servizi a pagamento.

Non si compra il Diritto alla Salute in una società democratica, bensì deve essere garantito a tutti, così come è scritto nella Costituzione (art. 32).
Lo stato dovrebbe assicurare prevenzione, cura e riabilitazione a tutti i cittadini, tutelando così il diritto alla salute come diritto inalienabile ed universale.

La sanità è divenuta invece un affare che frutta miliardi di euro: la gestione di questo denaro oggi lega politica, imprenditoria, multinazionali e banche.

E’ da questi legami che si crea il controllo sulla qualità delle prestazioni e dei servizi sanitari, sulla gestione degli appalti, sull’assunzione del personale, sino all’aggregazione di classi dirigenti.

Al centro di questi processi vi sono le lobby economiche e l’elaborazione delle strategie per il consenso politico.

La svendita del patrimonio immobiliare pubblico rappresenta un enorme regalo alle imprese e alla finanza, ed un depauperamento delle riserve economiche dello Stato.

E’ in questo scenario si collocano l’esplosione della speculazione urbanistica e delle grandi opere infra - strutturali, quali il Mose e la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema al Lido nell’area dell’ex Ospedale a Mare.

01 dicembre 2007

COBAS Sanità Venezia

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