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(31 Luglio 2011) Enzo Apicella

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    (Flessibili, precari, esternalizzati)

    Lavoro e vita da precari

    (6 Dicembre 2007)

    Uno studio condotto da due ricercatori dell'Istituto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori e dell'Istituto Nazionale di Statistica, rispettivamente quantifica alla fine del 2006 in circa 2.809.000 i lavoratori con forme contrattuali "precarie", a cui andrebbero sommati ulteriori 948.000 lavoratori provenienti da esperienze lavorative "precarie" terminate ed in cerca di nuova occupazione, per un totale di 3.757.000 lavoratori. Nel loro studio i due ricercatori evidenziano anche che non sempre un periodo di lavoro flessibile diviene l'anticamera a forme contrattuali più stabili, ma che anzi con il passare del tempo dall'introduzione di queste forme lavorative "il tasso di conversione di occupazioni precarie verso lavori stabili è sempre più basso e che tra i precari non sono presenti solo giovani alle prime esperienze lavorative, ma vi è anche una "non trascurabile" presenza di over-40.

    I dati Inps delle iscrizioni al Fondo di Gestione Separata, è il direttore Inps di Viareggio dr. Giancarlo Iannella a comunicarli, contano, nella sola Viareggio e Versilia, ben 1978 nel 2006, suddivisi tra 1646 collaborazioni e 332 associaati, mentre nel 2007, dal 1 gennaio al 31 ottobre, contano un totale di 922, suddivisi tra 728 collaborazioni e 194 associati. Nell'ultimo mese di novembre ci sono state ben 70 nuove iscrizioni, di cui 63 a progetto e 7 associati, con 37 cancellazioni.

    I dati in calo, che non fanno però prospettare una situazione rosea di trasformazione in rapporti di lavoro subordinato, regolamentati da CCNL di settore, fanno presumere una ben peggiore situazione, di disoccupazione e/o di lavoro nero.

    Sempre più frequenti sono i casi di lavoratori precari che si rivolgono alla Camera del Lavoro per iniziare una vertenza: non si tratta solo di operatori di call center, seppur numerosissimi, ma anche di commesse di negozi "assunte" con contratto a progetto, così come segretarie di studi professionali o baristi e cuochi associati in partecipazione, lavoratori tutti rientranti in settori lavorativi dove esistono CCNL, che se assunti regolarmente avrebbero specifiche tutele e garanzie, i cui diritti invece vengono driblati dai datori di lavoro, al solo scopo di risparmiare, sulla pelle dei lavoratori.

    Situazioni queste che, unitamente a quelle, sempre piu' frequenti, di lavoro nero e lavoro "grigio", da parte del Sindacato vengono altresi segnalate agli organi preposti, come la Direzione Provinciale del Lavoro e gli Uffici Ispettivi dell'Inps, per le opportune verifiche e sanzioni del caso.

    L’istituzione dei cosiddetti lavoratori parasubordinati (anno 1996) fu,inizialmente,dettata dall’esigenza di dare copertura contributiva alle attività svolte dal popolo delle partite Iva (consulenti, professionisti).

    "Successivamente, la cronica ed avvilente incapacità dello Stato di procedere ad una vera politica del lavoro - afferma il dr. Giancarlo Iannella,direttore Inps di Viareggio - ha condotto ad un ampliamento abnorme della categoria dei co.co.co, e dei co.pro o degli associati, ricomprendendo nella stessa una platea indiscriminata di lavoratori precedentemente in nero e dopo coperti, seppur parzialmente,da garanzie contributive. La materia è complessa ed investe dinamiche di politica sociale molto delicate".

    Sempre secondo il dr. Giancarlo Iannella, " la quasi totalità dei contratti ora detti a progetto e, ancor di più, dei rapporti di associazione in partecipazione cela,di fatto, un rapporto di lavoro subordinato a tutti gli effetti, e se ne ha un riscontro quotidiano: leggendo il contratto allegato alla richiesta di iscrizione alla Gestione Separata ci si accorge che la "fantasia" del progetto a volte supera ogni limite, come nel caso di due "operatori del settore culinario", uno "assunto" per la stagione estiva al bar di uno stabilimento balneare, per 515 euro al mese, con il progetto "il dover migliorare il livello qualitativo dei cibi", e l'altro,assunto in un ristorante per 300 euro al mese, col progetto di organizzare il servizio in sala per banchetti e cerimonie" oppure il dentista con contratto di 12 mesi, il cui compenso annuo ammonta a 6.000 euro, col progetto di "istruttore di nuove tecniche di profilassi odontoiatrice". I vari Governi succedutisi negli anni dal 1996 in poi hanno,di fatto,avallato questa situazione per fronteggiare il dilagare del lavoro nero.Col tempo, all’iniziale assenza di tutela per il popolo dei co.co.co.si è cercato di porre rimedio mediante l’ampliamento degli istituti previdenziali, ma resta il fallimento della funzione di controllo che tutti gli organi della pubblica amministrazione preposti al rispetto delle regole dovrebbero assicurare. E’una sorta di resa obbligata posta la pochezza di risorse tutt’oggi destinate all’esercizio dell’attività ispettiva. A ciò si deve sommare la vergognosa tendenza di tanti datori di lavoro (aziende e privati) a sfruttare il lavoro di giovani bisognosi di lavoro e guadagno.L’individuazione di ogni singolo caso di sfruttamento del lavoro altrui e la conseguente adozione delle sanzioni previste dalla legge costituisce un,sia pur minimo, successo ed un segnale di attenzione per tanti giovani. Ben vengano,quindi,interventi come quello segnalati dal Sindacato, il cui impatto potrà essere ampliato se,come posso garantire per l’Istituto che rappresento,attuato in sinergia con gli enti preposti ai controlli".

    Precari, ossia l'umiliazione di subire condizioni di inoccupazione o di finta occupazione, che, spesso laureati e specializzati, si trovano a svolgere mansioni percependo uno stipendio pari a 2/3 in difetto rispetto a quello che percepivano i padri, o i nonni.

    Denunciare le finte collaborazioni e la truffa insita nello spacciare per progetto o associazione in partecipazione un rapporto di lavoro subordinato, per cancellare questa sorta di contratti usa e getta con i quali non si riesce ad arrivare a fine mese e meno che mai ad accendere mutui o a pagare affitti è una questione di giustizia e civiltà.

    Si tratta di contratti spazzatura, conclude Tassinari, che hanno tolto i sacrosanti diritti previsti dai CCNL e, ancor peggio, il diritto ad un futuro dignitoso. Condizioni di lavoro, queste, che si ripercuotono tutte sulle condizioni di vita: lavori atipici con stipendi incerti che portano amaramente al formarsi di famiglie precarie, dove il disordine è la regola, dove si vive last minute, dove ogni giorno è diverso dal precedente, dove tutto è da improvvisare, con buste paga precarie-intermittenti-temporanee. Non si può rimanere impassibili a guardare chi sfrutta e non ribellarci ai soprusi di chi ci ha abituato (costretti) a non ribellarci sotto la minaccia di un non rinnovo del contratto. Tacere contribuirebbe solo alla sopravvivenza, inaccetabile, di un malcostume divenuto piaga nella nostra società, a livello locale cosi' come nazionale, e servirebbe solo a proteggere i truffatori. L' utilizzo/abuso dei contratti a progetto e di tutte le forme di lavoro parasubordinato è legato soltanto alla necessità di aumentare i profitti delle aziende. Un buon contratto di lavoro significa DIGNITA.

    Mario Navari, consigliere provinciale del PRC, al tavolo organizzato per lunedi 10 dicembre della 9° Commissione Lavoro ha formalmente invitato il Direttore Inps di Viareggio, per parlare di questo e della peggiore forma di precariato, il lavoro nero.

    Letizia Tassinari

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