">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

3 al giorno

3 al giorno

(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Di lavoro si muore)

La legge borghese, da licenza ai padroni di uccidere per il profitto privato!

(14 Dicembre 2007)

1300 – 1400 sono i morti sul lavoro in Italia, secondo i dati ufficiali; i dati si riferiscono al triennio 2003/2005, tanto che anche a questo “fenomeno” hanno dovuto dedicare una giornata; altri 300 morti sono dovuti a malattie professionali.

L'ILO fa una stima di oltre 13.000 morti all'anno per esposizioni a sostanze chimiche. Questi i dati ufficiali, cioè le morti e gli infortuni contabilizzati, poi c'è il sommerso.
Ultimamente i media, i politici, i sindacalisti (CGIL, CISL, UIL), fanno un gran parlare di questo “fenomeno”, in termini scandalizzati.

Ipocriti proprio loro che dopo aver collaborato con i vari governi filo padronali succedutesi, di destra e di “sinistra”, ad introdurre manovre e leggi peggiorative che hanno portato a far decadere sempre più le condizioni di vita di operai e lavoratori, portano gravi responsabilità personali.
Alle belle parole i buoni propositi sulla prevenzione e sicurezza, che tanto strombazzano e che poi restano solo un rito retorico, perché non seguono mai i fatti, una ragione c'è. Non vogliono e mai vorrebbero abolire lo sfruttamento che operato attraverso ogni forma, porta a tutto questo; pena per loro la fine di tutti i privilegi che questo sistema classista diviso in schiavi e padroni a loro consente.

La bella vita, per i padroni e chi li sostiene è garantita sulla pelle degli operai che ieri come oggi continuano ad essere sfruttati, mutilati e uccisi per i profitti dei loro padroni e azionisti.
Ogni tanto il “fenomeno” dei morti sul lavoro è talmente clamoroso che non possono eluderlo, cosa che invece avviene tutti i giorni, davanti al tributo dei quattro morti quotidianamente sacrificati al profitto.
Il rogo del 06/12/07 alla Thyssen-Krupp dove sono arsi vivi 7 operai di cui 4 morti e altri tre in fin di vita; una tragedia umana incommensurabile per le famiglie degli stessi operai, viene in quanto “fenomeno” clamoroso usato da politici e sindacalisti confederali al fine di ottenere una vetrina mediatica, dalla quale irrorandoci con le loro lacrime di coccodrillo e la prassi dello scarica barile delle loro responsabilità in tutto questo comportate.

MA QUESTA È LA REGOLA SENZA L'ECCEZIONE.

La regola senza l'eccezione che per dar profitto al padrone gli operai lavorino con turni di 12 ore, con impianti obsoleti, con idranti e mezzi antincendio non funzionanti (in un'acciaieria), obbligati a fare straordinari su straordinari, con gravi danni alla salute, lavorando come si diceva una volta, buttando il sangue e dietro il ricatto dell'occupazione, in una fabbrica che a breve sarebbe stata dismessa.
La regola senza l'eccezione che ha fatto traboccare l'olio e condannato al rogo quegli operai, le loro mogli a perdere il compagno, i loro figli a perdere il padre.
La chiusura della Thyssen – Krupp di Torino, per trasferirla verso lidi più convenienti come Brasile e Cina, dove la forza lavoro operaia può costare di meno è la regola senza eccezione conseguente alla logica capitalistica per innalzare il saggio di profitto.

In questo spaventoso scenario, fatto di sfruttamento, repressione, mutilazioni, miseria e guerra tra poveri; imposto alle condizioni di vita e lavorative di milioni di operai e lavoratori nel mondo, ci si chiede quanto la classe operaia sia disposta ancora a subire.
A subire ancora, prima che la rabbia degli operai e lavoratori esploda e che si possa assistere a un solo rogo, quello di mandare in cenere questo sistema economico, dedito allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo negandogli i bisogni reali e fondamentali della vita.
Non saranno di certo ulteriori commissioni o enti di controllo sul lavoro, che garantiranno solo ulteriori poltrone a politici e sindacalisti compiacenti, se potremo mettere la parola fine a tutto questo.
Solo gli operai riconosciutisi in classe, possono diventare realmente antagonisti ai padroni e a questo sistema, quello che come operai subiamo non è altro che il risultato di una guerra, dichiarata secolarmente dai padroni.

LA GUERRA TRA CAPITALE E LAVORO!!!

Alla guerra dei padroni, bisogna contrapporre la guerra degli operai e lavoratori, uniti per un futuro diverso, di emancipazione dell'uomo e del suo ambiente.


11/12/2007

SLAI COBAS
COORDINAMENTO PROVINCIALE DI MODENA

4265