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“Piano Marchionne”: saranno licenziati alla vigilia di natale i 100 giovani lavoratori interinali addetti alla Dhl Pomigliano

(14 Dicembre 2007)

LE AZIENDE TERZIARIZZATE OPERANTI ALL’INTERNO DEL PERIMETRO DELLO STABILIMENTO E LE AZIENDE FORNITRICI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI AVVIANO LE PROCEDURE DI CASSA INTEGRAZIONE PER IL PERIODO DAL 7 GENNAIO AL 2 MARZO 2008 COINCIDENTE CON LA PROSPETTATA FERMATA PRODUTTIVA PER ‘RISTRUTTURAZIONE’ DELLA FIAT POMIGLIANO

LO SLAI COBAS RICHIEDE INCONTRO CONGIUNTO TRA AZIENDE ‘TERZE’ E RESPOSABILI ISTITUZIONLI REGIONALI E PROVINCIALI PER TUTELARE DA SUBITO IL POSTO DI LAVORO DEGLI INTERINALI DHL E GARANTIRE LO STIPENDIO ‘PIENO’ (COME PER LA FIAT) PER ‘TUTTI’ I LAVORATORI E DENUNCIA: FIAT ED AZIENDE COLLEGATE AD OGGI NON HANNO DATO ALCUNA CERTEZZA DI RIPRESA LAVORATIVA SUCCESSIVA AL 2 MARZO 2008

Sono 94, per l’esattezza, i giovani lavoratori interinali addetti da quasi due anni -per conto della DHL- alla movimentazione materiali ed all’alimentazione delle catene di montaggio della Fiat Alfa Romeo di Pomigliano: Già dal prossimo 24 dicembre, alla vigilia di Natale, si troveranno licenziati e disoccupati in conseguenza del ponte previsto dal 21 dicembre al 4 gennaio 2008 e della successiva lunga fermata impiantistica prevista dal 7 gennaio al 2 marzo 2008, ciò senza nemmeno poter fruire del relativo ‘paracadute’ economico della cassa integrazione essendo ‘solo’ forza lavoro ‘prestata’ alla DHL dalle agenzie private di somministrazione di lavoro precario.

Se la Fiat è stata costretta dallo Slai Cobas ad un repentino cambiamento di strategia (con il cosiddetto ‘Piano Marchionne’ ammette ad obtorto collo il grave deficit impiantistico in cui versa lo stabilimento di Pomigliano: altro che colpa dei lavoratori ‘scansafatiche’ come solo poche settimane prima l’a.d. Fiat cercava di far intendere grazie anche ai media compiacenti), la filosofia aziendale, in soldoni, resta la stessa: scaricare, sempre sui lavoratori, le note magagne aziendali, ridimensionare i livelli occupazionali, continuare ad attingere a piene mani a multimiliardari finanziamenti pubblici (per i corsi di formazione professionale nell’immediato, per il prospettato accordo di programma nei prossimi mesi con la regione Campania). Già nel 2003 si varò il ‘piano di sviluppo’ che prevedeva il ‘riammodernamento impiantistico e la reingegnerizzazione di Pomigliano per avviare la produzione in loco dell’intera gamma Alfa Romeo. Dei 2,5 miliardi di euro allora stanziati per il periodo 2003/2007 - per una ristrutturazione mai avvenuta - si sono perse da tempo le tracce. Oggi si ricomincia daccapo con un ancora più fumoso piano industriale sguarnito di alcuna attendibilità tecnica: nessuno (né azienda, né sponsor sindacali, politici ed istituzionali) è in grado di garantire il rientro al lavoro dal 3 marzo 2008 dei 5.000 addetti Fiat e delle migliaia di addetti alle aziende terziarizzate e fornitrici, né che non ci sarà successiva cassa integrazione per un periodo di circa 15 mesi per migliaia di lavoratori! Gravi le complicità sindacali, politiche ed istituzionali che in questi anni hanno concesso miliardi di euro di finanziamenti pubblici alla Fiat per chiudere e/o vendere fabbriche, e ancora continuano a farlo.

Pomigliano d’Arco, 12/12/2007

Slai CobaS Fiat Alfa Romeo e terziarizzate

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