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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Napolitano, un presidente guerrafondaio

(21 Dicembre 2007)

Nonostante l'enorme aumento delle spese militari, disposto dalla finanziaria approvata oggi definitivamente dal Senato, Napolitano chiede ancora soldi per le missioni militari all'estero.

Nel nostro sistema costituzionale il Presidente della Repubblica è "un re che regna, ma non governa". Pur disponendo, infatti, di importanti e delicati poteri (ad esempio, quello relativo allo scioglimento delle Camere), è collocato dalla Costituzione in una posizione "super partes", non svolge cioè un ruolo di politica attiva.
Qusta figura teorica si è andata via via modificando negli ultimi decenni, specie per quanto riguarda il c. d. potere di esternazione.

Napolitano, però, sta superando in proposito tutti i suoi predecessori e, oltre a propinarci prediche
quotidiane su qualunque argomento, si sta ingerendo sempre piu' spesso nelle tematiche di politica estera e militare.
Sembra quasi che voglia farsi perdonare il suo lontano peccato di gioventu', di essere stato cioè un piatto buracrate stalinista all'interno del vecchio PCI.
In poco piu' di un anno di presidenza non si contano le sue esternazioni militariste e filoatlantiche.
Ma in questi ultimi tempi l'arzillo Presidente sembra proprio scatenato.

E' di pochi giorni addietro la sua visita in USA in cui ha servilmente rassicurato il suo "superiore" Bush circa la realizzazione dell'ultracontestato raddoppio della base americana a Vicenza ("La decisione è stata presa!"), infischiandosene delle proteste della popolazione e alla vigilia della grande manifestazione del 15 dicembre scorso.
Due giorni fà ha perentoriamente affermato che la nostra missione in Afghanistan continuerà e durerà ancora a lungo.
Questo, alla faccia dell'articolo 11 della Costituzione secondo il quale "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Ma non basta.
Secondo un recente rapporto del SIPRI (Istituto di studi per la pace di Stoccolma), nella classifica mondiale dei Paesi produttori di armi, l'Italia è al 7° posto con oltre 20 miliardi annui di euro.
E la legge finanziaria, approvata oggi definitivamente dal Senato, prevede un aumento della spesa militare, rispetto al 2007, dell'11,1 %, pari a 2,42 miliardi di euro.

Ebbene oggi Napolitano torna sul tema delle missioni italiane all'estero: "L'Italia non può chiudersi nelle sue mura di casa, non può rinchiudersi in sè stessa" e bisogna tener conto "del nostro ruolo storico e dell'orgoglio nazionale di un grande Paese collocato in una posizione di prestigio e di importanza innegabile".
Ma ovviamente "si tratta di responsabilià costose, dal punto di vista dell'impegno umano e dell'impegno finanziario".
Ed allora, "pur con un bilancio dello Stato gravato da un debito pubblico accumulato nei decenni passati", Napolitano raccomanda di "TROVARE LE RISORSE PER LE NOSTRE FORZE ARMATE".

Insomma, il vegliardo Presidente CHIEDE ANCORA SOLDI PER LA GUERRA (pardon, per le "missioni internazionali di pace"), dopo che le spese militari, con il Governo Prodi da lui sponsorizzato, sono enormemente cresciute!

Maurizio Bassetti

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