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Patto permanente contro la guerra: Report della riunione di Firenze

(22 Dicembre 2007)

Lunedì 17 dicembre il gruppo di collegamento del "Patto permanente contro la Guerra", come deciso dall'assemblea nazionale del 25 novembre scorso, si è riunito a Firenze per elaborare proposte di azioni e lotta in occasione della giornata contro la guerra proposta dal Forum Sociale Mondiale il 26 gennaio 2008, per discutere il complesso delle iniziative contro le missioni, le basi e le spese militari e per delineare un "modello di funzionamento" del Patto che consenta di lavorare unitariamente ed efficacemente.

Erano presenti rappresentanti della Retesemprecontrolaguerra, Rete Disarmiamoli, Confederazione Cobas,Global Project Network, Action, CPA, PCL, Rete dei Comunisti, Unione Inquilini. Sinistra critica non era presente - per motivi di salute del compagno che doveva venire - ma telefonicamente ha confermato la sua aderenza ai lavori del Patto. Erano presenti anche alcune attiviste No War a titolo individuale. Ricordiamo infatti che la partecipazione al patto è aperta per le reti nazionali, le reti locali ed anche per le individualità interessate al suo progetto.

1) Il Patto viene visto concordemente come un'alleanza tra forze differenti per struttura, insediamenti, linguaggi e non come un soggetto unico abilitato a decidere a maggioranza o addirittura trascurando le differenze e agendo da intergruppi delle forze o reti nazionali di maggior peso. Affinchè il lavoro del Patto sia efficace, è stata la valutazione unanime, bisognerà procedere sempre per larghissimo consenso, garantendo un collegamento e un coinvolgimento effettivo delle varie realtà locali, svolgendo un lavoro concreto di informazione e partecipazione, dando pari dignità a reti nazionali e strutture locali, a forze organizzate e singoli, purchè disposti/e a fare un lavoro effettivo e continuativo e non a distribuire contributi puramente ideologico-politici svincolati da un concreto lavoro di costruzione di iniziative. Insomma, si intende dare vita ad un Patto permanente di "scopo", che richiederà inventiva e creatività nelle forme di rapporto e lavoro comune;

2) Il giudizio è stato unanimemente positivo sulla mobilitazione di Vicenza del 15 e sul contributo ad essa fornito dalle forze rappresentate nel Patto presenti con un proprio striscione e spezzone unitario. Tutti hanno rilevato l'importanza della data del 26 gennaio e la prossimità di questa ad un evento importante per il nostro paese quale la discussione in parlamento e la votazione per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero, (Afghanistan e altre). Dalla discussione è emersa la convergenza di tutti nel voler promuovere, per il 26/1, iniziative contro la guerra a livello prevalentemente regionale che siano comunque propedeutiche per una manifestazione nazionale da tenere tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo, il più vicino possibile al dibattito parlamentare.. C'è stata ampia convergenza su questa articolazione del calendario delle iniziative:

a) svolgere il 26 gennaio -giornata mondiale di mobilitazione contro il liberismo,la guerra, il razzismo e il patriarcato, promossa dal Forum sociale mondiale - manifestazioni significative a carattere regionale con obiettivi plurimi (basi, ministeri, ambasciate e consolati dei paesi bellicisti, luoghi di guerra come fabbriche di armi o caserme, o altro), con una promozione nazionale unitaria, con manifesti, volantini e manchette nazionali. A tal fine ci si è dati l'impegno a verificare prima delle feste di Natale la disponibilità sui vari territori da parte dei riferimenti locali dei soggetti aderenti al Patto ma anche e sopratutto delle realtà territoriali significative, protagoniste della lotta contro la guerra e le basi. In quella giornata sarà presente anche il tema della raccolta di firme della proposta di legge popolare su trattati militari, basi e servitù militari. Nei territori dove questo sarà possibile il collegamento tra opposizione alla guerra e lotte sociali saranno proposte iniziative adatte; guerra militare, rischio ambientale e disagio sociale sono prospettive diverse dello stesso problema.

b) organizzare una manifestazione nazionale a Roma per il ritiro delle truppe, la chiusura (o la non costruzione, nel caso dal Molin) e delle basi militari, contro i luoghi di guerra e le spese militari, nel periodo in cui alle Camere si andrà alle votazioni sul rifinanziamento delle missioni belliche (assai probabilmente tra la fine di febbraio e metà marzo), ritenendo che le votazioni siano elemento di attrazione decisamente maggiore che la "semplice" presentazione del decreto che avverrà invece entro la fine di gennaio;

c) convocare per domenica 27 gennaio un'assemblea di bilancio del 26 e di organizzazione concreta della manifestazione nazionale

3) Sono state accolte positivamente le proposte tese a legare la lotta contro la guerra a iniziative come quella di chiedere la destinazione delle caserme dismesse dal Ministero della Difesa a scopi abitativi. Il coordinamento e la simultaneità delle iniziative di questa campagna in varie città è determinante per la sua efficacia.

4) E' decisivo che le varie realtà e reti locali si pronuncino in tempi strettissimi sugli obiettivi e le possibilità delle iniziative sui loro territori della giornata del 26 gennaio in modo da far uscire un calendario concordato e coordinato di tutte le iniziative che riusciremo a mettere in campo il 26 gennaio.

Prossimo appuntamento di discussione e bilancio Domenica 27 gennaio, si sta discutendo sulla sede tra Roma, Firenze e Napoli. La collocazione dipenderà dalla prevalenza geografica delle realtà che assicureranno la loro presenza all'assemblea

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