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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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PRC Pisa: da “Un altro mondo possibile” ad “un possibile posto in Giunta”

La parabola del PRC pisano.

(29 Dicembre 2007)

La nascita del Partito Democratico sta determinando un profondo cambiamento nei palazzi del potere. L’intero ceto politico della sinistra di governo è in fibrillazione, alla ricerca di un preposizionamento funzionale alla propria sopravvivenza.
L’operazione “Cosa rossa” è una risultante di questo terremoto, che trova in ogni territorio locale una sua specifica caratterizzazione.

Nella nostra città la nascita dell’alleanza “radicale” espone il PRC cittadino ad una prova di affidabilità a dir poco imbarazzante.
Le Giunte Fontanelli sono note a livello regionale e nazionale come un riuscito esperimento di gestione amministrativa ultraliberista, con punte di “eccellenza” nella creazione dell’Assessorato alle esternalizzazioni, nella contrapposizione con maestranze e organizzazioni sindacali su vertenze a difesa dei diritti di lavoratori e cittadinanza, nella svendita e privatizzazione massiccia del patrimonio pubblico e nella trasformazione del centro storico in una vetrina, blindata dagli alti costi di fruibilità, da pulsioni securitarie e perbeniste usate ad arte per consolidare un quorum elettorale “bipartisan” che ha fatto scuola, ben prima delle scelte del Sindaco “sceriffo” di Bologna.
Fontanelli, garantito dai numeri e da una maggioranza blindata, ha sempre mostrato al locale PRC la “faccia feroce”, anticipando anche in questo caso un orientamento strategico del PD: ridurre al silenzio i partiti della sinistra cosiddetta “radicale”.

Ecco allora che l’operazione di unificazione del PRC con Verdi, PdCI e SD può essere utile per aggirare l’ultimo ostacolo, verso l’agognata partecipazione alle future Giunte comunali.
Simboli imbarazzanti, pesanti riferimenti storici e noiosi congressi di partito sono d’intralcio. Gli epigoni locali di Bertinotti, lasciandosi alle spalle decine di militanti che escono dal partito sbattendo la porta, marciano spediti verso la meta.
Così, pochi giorni prima delle feste natalizie 2007, i due consiglieri comunali del PRC hanno votato a favore del Bilancio presentato dalla Giunta Fontanelli.
Un voto unilaterale, senza contropartite, mentre associazioni ambientaliste, forze sociali e culturali, realtà e sindacati di base denunciano questa amministrazione per una gestione del territorio e della cosa pubblica profondamente iniqua, improntata alla difesa dei poteri forti (Università, S. Anna, associazioni di commercianti, vertici USA di camp Darby), delle privatizzazioni e della speculazione edilizia.
Un harakiri politico, che ha come unico orizzonte - superato il problematico scoglio del consenso elettorale - la gestione dell’esistente, la salvaguardia di qualche posto in consiglio comunale e nei consigli di amministrazione di aziende privatizzate.

La deriva alla quale stiamo assistendo non è inaspettata; affonda le radici in una logica governista che ha visto partecipare attivamente PRC, PdCI e Verdi alle scelte antipopolari e guerrafondaie del governo Prodi. Mentre indicavano la Luna dell’altro mondo possibile, i futuri parlamentari della “sinistra radicale” si mettevano in tasca il “dito” della presenza nelle stanze dei bottoni.

In queste condizioni, i soggetti ai quali fanno riferimento da sempre i comunisti non hanno rappresentanti di cui fidarsi, per i quali valga la pena spendere il tempo di recarsi ai seggi elettorali, sia a livello nazionale che locale.
I lavoratori e le lavoratrici , i precari, gli studenti, i pensionati e tutte le figure sociali penalizzate dalle scelte di questi esecutivi “bipartisan” dovranno ricostruire nelle lotte una loro indipendente rappresentanza politica, sindacale, sociale e culturale .
Le mobilitazioni di questi ultimi mesi - dalla grande manifestazione dello scorso 9 giugno contro Bush e le politiche militariste del governo Prodi allo sciopero generale del sindacalismo di base del 9 novembre – indicano che nel paese la strada per la ricostruzione di un blocco sociale antagonista è tracciata.

La Rete dei Comunisti – Pisa

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