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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Licenziamenti politici alla Fiat Alfa Romeo Pomigliano

Alle forti lotte dei lavoratori contro il piano Marchionne la Fiat risponde con il licenziamento di Vittorio Granillo e di concerto con Fiom-Fim-Uilm requisisce le assemblee sindacali

(4 Gennaio 2008)

Con telegramma di messa in mobilità forzata inviato nella mattinata del 31 dicembre 2008 la D.H.L. ha licenziato Vittorio Granillo. Il diniego della Fiat allo svolgimento delle assemblee sindacali retribuite, e a quella permanente, indette dallo Slai Cobas (operato all’unisono e di concerto col provvedimento della D.H.L. e con la sponda attiva e collusa di FIOM-FIM-UILM) svela le reali preoccupazioni aziendali e concertative nonché la grave portata antisindacale di tali iniziative.

Infatti, la Fiat, con comunicazione inviata a Slai Cobas in data 4 gennaio 2008, rifiuta lo svolgimento delle assemblee e dell’ingresso in fabbrica di nostri dirigenti sindacali, tra cui lo stesso Vittorio, dichiarando tra l’altro che le iniziative annunciate da Slai Cobas sono…”potenzialmente collidenti con il noto piano di formazione previsto dal 7 gennaio 2008 al 2 marzo 2008”. e, che, inoltre, l’intero monte-ore delle assemblee sindacali del 2008… “è già stato prenotato dalle RSU di FIOM-FIM-UILM”.

La non casuale sintonizzazione delle iniziative D.H.L., FIAT e FIOM-FIM-UILM ripercorre la strategia degli otto licenziamenti del febbraio 2006 a danno di Slai Cobas, avvenuti con la manifesta complicità di Rinaldini. Licenziamenti già allora sconfitti dalle lotte dei lavoratori con lo Slai Cobas.

Vero è che, con il cosiddetto ‘Piano Marchionne’ la Fiat non intende riammodernare gli impianti (vecchi di circa 40 anni) ma punta all’azzeramento delle libertà sindacali e di ogni tutela dei lavoratori per ovviare al deficit tecnologico con l’intensificazione esasperata dello sfruttamento del lavoro operaio e la costruzione di una forte stretta repressiva necessaria al rigido comando sulla forza lavoro, preludio al previsto ridimensionamento produttivo ed occupazionale. Già nella settimana tra il 17 ed il 21 dicembre 2007 precedente la chiusura dello stabilimento le forti lotte dei lavoratori della D.H.L. indette dallo Slai Cobas e dagli altri sindacati contro il ‘piano Marchionne, il licenziamento di 94 giovani interinali, le tutele economiche ed occupazionali ‘per tutti’, hanno messo in crisi l’intera strategia Fiat e paralizzato per giorni la fabbrica. La strategia Fiat di ridimensionamento di Pomigliano già si riscontra con la cessazione dell’attività produttiva della KSS di Arzano ed il licenziamento dei 103 lavoratori addetti alla produzione delle cinture di sicurezza. Il presidio ai cancelli della fabbrica dei lavoratori che va avanti dallo scorso 2 gennaio vede lo Slai Cobas e la componente RSU tra i sindacati più impegnati nella lotta contro i licenziamenti e per la tutela occupazionale.

Come nel 2006 in occasione della sconfitta Fiat sugli 8 licenziamenti lo Slai Cobas ed i lavoratori sapranno ben contrastare e sconfiggere, anche questa volta, le politiche antioperaie della Fiat e delle aziende collegate e dei loro ‘scudieri’ sindacali di FIOM-FIM-UILM.

Pomigliano d’Arco, 4/1/2008

Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
S.L.A.I. cobas – Coordinamento Provinciale di Napoli

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