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Addio compagne

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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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A Genzano (Rm) i compagni lasciano il Prc

(7 Gennaio 2008)

La nostra esperienza nel Partito della Rifondazione Comunista è conclusa e intendiamo avviare la costruzione di un nuovo soggetto politico che ridia centralità ai temi del lavoro, dei diritti sociali e della difesa del territorio. Intendiamo impegnarci nel conflitto sociale e nella costruzione dei movimenti, terreno che purtroppo il Prc ha deciso di abbandonare una volta diventata forza di governo. Noi non crediamo si debba governare ad ogni costo, soprattutto se a pagare il prezzo di queste scelte obbligate sono i lavoratori e le classi sociali più deboli.
Rifondazione Comunista, pur di stare al governo, ha accettato: il rifinanziamento della missione in Afghanistan, con il conseguente aumento delle spese militari; la riforma del welfare che conferma gli indirizzi della legge 30 sulla precarietà nel mondo del lavoro e l’allungamento dell’età pensionabile; la subordinazione ai diktat del Vaticano in materia di diritti civili, dall’affossamento dei Pacs, all’intenzione di modificare la legge 194, passando per la legge 40 sulla fecondazione assistita; il decreto sicurezza, un decreto razzista e xenofobo che segue peraltro la scia della Bossi-Fini in materia di immigrazione, a cominciare dall’esistenza dei centri di “accoglienza”, sarebbe meglio dire lager.
Quanto questo governo è riuscito a migliorare le reali condizioni di vita dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, dei precari, di quelli che insomma erano i soggetti sociali a cui teoricamente avrebbe dovuto dare delle risposte concrete?
Come si può ridistribuire la ricchezza nel nostro Paese, aumentare il potere d’acquisto dei salari, migliorare la sanità e la scuola pubblica se la Finanziaria 2008 metterà a disposizione della Difesa 23,5 miliardi di euro, con un aumento del 23% delle spese militari in soli due anni? Qualcuno ci dica se questa è quella politica di cambiamento che ci si aspettava dopo la sconfitta di Berlusconi.
Anche a livello locale la situazione non è delle migliori, nonostante il nostro impegno a trovare soluzioni alternative, la privatizzazione di acqua e nettezza urbana ha comportato un aumento delle tariffe senza che vi sia stato un corrispettivo aumento della qualità del servizio. Le cose non vanno meglio per quel che riguarda la situazione ambientale; basti pensare al nuovo Piano Provinciale Territoriale che trasformerà i paesi dei Castelli Romani in una enorme area metropolitana di Roma, con conseguente decadimento della qualità della vita. Poco o nulla si parla nella nostra cittadina dell’inceneritore che si dovrebbe realizzare nel territorio di Albano e che comporterà gravi danni alla salute ed all’ambiente, mentre i “soliti noti” guadagneranno milioni di euro sulla nostra pelle. E che dire della Fondazione della banca Toniolo che mira ad espropriare il Comune della politica culturale e della massima manifestazione ad essa legata, L’Infiorata? Tutti ne parlano ma nessuna presa di posizione ufficiale è ancora venuta dalla sede comunale mentre associazioni di categoria ed associazioni private hanno già aderito alla Fondazione che ha già una struttura propria ancor prima che vengano rese pubbliche le finalità della Fondazione stessa.
Questi gli argomenti che ci spingono a porre fine ad una esperienza che per lungo tempo ci siamo impegnati a portare avanti per senso di responsabilità verso gli elettori e verso i cittadini di Genzano.
Questo non vuol dire che ci arrendiamo o che rinunciamo a combattere per la società che vogliamo; pensiamo però che il modo migliore per farlo sia di stare là dove si esprime il conflitto sociale, dove i soggetti vittime di questo modello liberista decidono di essere protagonisti e di riappropriarsi dei propri spazi.

i compagni di Sinistra Critica di Genzano

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