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il pane e le rose

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La farsa dei salari.

Adesso tutti fanno finta di scoprire che i salari sono bassi. fregature partono dall’accordo del 1993 che lega i contratti alla inflazione programmata. Subito 260 € al mese uguali per tutti.

(12 Gennaio 2008)

Sui bassi salari in questi giorni si stanno dicendo un sacco di cose che tendono solo a fare confusione. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Primo passo: abolire l’accordo di concertazione del 1993

Le fregature per i lavoratori hanno inizio con una data precisa, il 1993. In quell’anno fu stipulato l’accordo di “concertazione” che aboliva la scala mobile (ovvero l’aggancio automatico dei salari al costo della vita) e che legava gli aumenti contrattuali al tasso di inflazione programmata.
Siccome l’inflazione programmata è un obiettivo stabilito dal governo che è sempre più basso della inflazione rilevata dall’Istat che a sua volta è sempre più bassa dell’inflazione reale il risultato è che per ogni rinnovo contrattuale i lavoratori hanno perso salario.

Un calcolo in difetto indica una perdita media di 1,3 % all’anno che ci porta ad un totale di circa il 20% di perdita di potere di acquisto solo derivato dai rinnovi dei contratti dal 1993 ad oggi.
(per fare un esempio l’attuale contratto di lavoro si sta rinnovando prendendo come base una inflazione programmata di 1,6 % per il 2008 e 1,6% per il 2009 mentre da gennaio il Governo ha aumentato le tariffe dal 5 al 10% e l’inflazione reale supera il 3%).

Occorre perciò abolire l’accordo del 1993 che è la base di tutte le fregature.

Secondo passo: diminuire le tasse sui salari

Con la finanziaria del 2007 il governo ha diminuito le tasse ai “padroni” attraverso la diminuzione del cuneo fiscale di 5 punti ed ha aumentato le tasse sui salari. Il contrario di quello che andava fatto. Non contento Montezemolo vuole adesso altri soldi per le imprese. Diminuire le tasse è perciò un imperativo. Va fatto subito e in modo consistente, diminuendo la prima aliquota dal 23 al 18 %.

Quanti sono i soldi che mancano ai lavoratori

Per evitare di essere presi in giro è necessario stabilire quanti soldi mancano ai lavoratori.
Occorre recuperare le perdite degli anni scorsi e porsi l’obiettivo del salario Europeo. (se prendiamo a riferimento la paga contrattuale del 5 liv. che è di 1397,56 € il recupero del potere di acquisto del 20% perso negli anni scorsi è pari a 271,51 € al mese).
Sulla base di questi obiettivi la richiesta contenuta nella piattaforma presentata da Fim Fiom Uilm di 117 € in tre anni (e non più in due) è meno della metà della cifra persa.

Nell’arco di due rinnovi contrattuali e con la riduzione delle tasse sui salari dobbiamo porci l’obiettivo della parità delle retribuzioni con i lavoratori tedeschi e francesi, ciò significa recuperare almeno 500 € al mese. Occorre pertanto rivendicare 260 euro al mese uguali per tutti e non assorbibili nell’arco della prossima vigenza contrattuale.

Governi, sindacati confederali e confindustria attraverso la “concertazione” in questi anni hanno fregato i lavoratori adesso è il momento di cambiare.

Stai dalla tua parte: sostieni la Cub.

10-01-2008

FLM UNITI CUB ARESE

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