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(18 Novembre 2008) Enzo Apicella

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Stipendi e spazzatura

(16 Gennaio 2008)

Gli stipendi sono troppo bassi. Questo è il sunto di una lunga ed approfondita analisi svolta da CGIL-CISL-UIL, anche tramite l'utilizzo di importanti professionalità di cui sono dotati i centri studi dei sindacati concertativi (con un ulteriore investimento in ricerca, forse, presto scopriranno che anche le pensioni sono, e sempre più saranno grazie agli ultimi accordi che hanno firmato, ben sotto la soglia di dignità).

E' un'emergenza, un po' come quella della “munnezza” campana, presentata quasi come una calamità naturale e come tale improvvisa ed imprevedibile. Per anni i rifiuti per le strade sono stati forse considerati da politici ed amministratori strapagati una variopinta opera neorealistica.

Per i nostri stipendi non è diverso. Anni di accordi spazzatura dei sindacalisti concertativi hanno riempito i nostri contratti di rifiuti ed hanno determinato una situazione ormai insostenibile. CIGL-CISL-UIL devono al più presto ripulire e, soprattutto, ripulirsi davanti agli occhi della comunità, perché ormai il cattivo odore iniziano a sentirlo ovunque.

L'immondizia, lo dicono tutti, è un business, un affare che rende assai, anche in campo lavoristico. Lo smaltimento è un'opera di immagine che può portare i suoi frutti. Ma è solo un'operazione di facciata.

Non ci dicono quali siano le cause dell'emergenza. E' successo tutto quasi per caso (è bastato distrarsi per una quindicina di anni...).

Non dipende dagli accordi che hanno firmato nel 1992/1993 per abolire l'automatica indicizzazione dei salari;

Non dipende dai contratti che promuovono inseguendo la produttività e mortificando le retribuzioni;

Non deriva dai numerosi accordi, ai quali mai si sottraggono, sulla politica economica, che hanno via via diminuito il peso del reddito da lavoro sul reddito nazionale determinando altresì una redistribuzione a favore dei redditi più elevati e delle imprese.

Eppure, questa è tutta spazzatura che certo non aiuta la condizione lavorativa.

L'impressione è che si tratti solo di una limitata opera di riciclo. Limitata a riciclare i citati sindacati, mentre la società inizia ad esprimere nuove istanze più rappresentative dei propri interessi. Lo abbiamo già visto con il lavoro flessibile: prima firmano gli accordi di fine anni Novanta, che hanno privato di prospettive e serenità un'intera generazione di lavoratori, poi, dopo 10 anni, CGIL-CISL-UIL scoprono l'esistenza della precarietà. Hanno cavalcato la protesta e scavalcato le proposte di chi da sempre combatte veramente la precarietà.
Non c'è da meravigliarsi che le soluzioni siano state estemporanee e molto parziali (il protocollo sul welfare ha confermato l'impianto Treu-Biagi-Maroni).

Scriveva Tolstoj: Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e desidero di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendendo dalla sua schiena".

Ogni riferimento ai sindacati concertativi è puramente ...causale.

Massimo Argenzano del Coordinamento Regionale P.I. RdB/CUB Liguria

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