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Arresti di Spoleto: il silenzio complice della chiesa

Brushwood, dopo 83 giorni di prigionia continua il silenzio imbarazzante e complice della Chiesa

(16 Gennaio 2008)

Vedere il “Pubblico Ministero” del caso Brushwood, Maria Rita Lorenzetti, sedere nella prima fila dei banchi della cattedrale di Spoleto, in occasione delle celebrazioni del martire dell’Impero Romano, Ponziano, spiega molte cose, e ricorda i comuni silenzi dei Palazzi, di Piazza Italia ( Regione e Provincia ) e degli uomini della Cattedrale spoletina, verso due martiri di questo 21° secolo, Michele e Andrea, privati della libertà e imprigionati per le loro idee.

Che la Chiesa spoletina, tra una inaugurazione e l’altra di un tunnel per le scale mobili, del Palazzo Comunale, di una rotatoria, di un parcheggio o di un tapis roulant, icone del potere e del mondo degli affari di questi nostri tempi ( come fosse una istituzione pubblica e non privata, in una rinnovata logica di trono-altare che cancella 218 anni di storia ), non abbia trovato modo di dire una parola, anche una sola parola, una di quelle che sono nel suo DNA, non altre, a favore di uno dei suoi soggetti “istituzionali” (“ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, ero malato e in carcere e non mi avete visitato” -Vangelo secondo Matteo-) , carcerato e mostruosamente sbattuto in prima pagina, fa riflettere, molto.
Sono in carcere 2 ragazzi spoletini e altri due sono carcerati nelle loro case, ma su di loro non hanno avuto mai nulla da dire gli uomini della chiesa che conta, solitamente così loquaci e appariscenti, che mai perdono una occasione per primeggiare in televisione, giornali, blog.
Un silenzio tanto più pesante quando tutta Spoleto ha gridato la sua rabbia e il suo stupore, e fin dentro le stanze della sede comunale ha chiesto verità e libertà.

Una persona, molto coinvolta in questa vicenda e certamente credente, ha detto ironicamente e amaramente: “speriamo che non abbiano avuto il tempo di dire qualcosa perché troppo impegnati a pregare per loro”.
Non perdoneremo questa chiesa di potere, non è nel nostro DNA, il silenzio di questi tre mesi misura la loro complicità con i palazzi della politica e la piena integrazione con una casta padrona illiberale e profondamente antidemocratica.
Anche solo ricordare pubblicamente il Michele che porta a tavola alla mensa dei poveri e il Damiano che aiuta chi non ha nulla è stato per loro troppo sconveniente.
E’ una vicenda, questa montata il 23 ottobre che obbliga a schierarsi, chi non l’ ha fatto come sempre è dalla parte di chi tiene il bastone in mano.

Comitato 23 Ottobre

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