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Lavoro notturno, sconfitte operaie, rilanciare un nuovo piano straordinario per il lavoro.

(19 Gennaio 2008)

Sempre maggiori imprese stanno reintroducendo i turni di lavoro anche di notte. L’azzeramento delle conquiste, dei diritti, degli spazi di libertà e di dignità strappati con le unghie e con i denti dalle forze organizzate del lavoro salariato, la qualità totale di un comando che ripristina le regole di una moderna macelleria per manipolare a piacimento operai e operaie (la merce-lavoro), per ribadire che corpi e anime e orari e salari sono davvero la variabile dipendente del processo produttivo.
I notturni nelle fabbriche sono assai più prosaici dei notturni di Chopin.
Colpire la notte è la più raffinata delle vendette padronali, la più malinconica delle sconfitte sindacali è il più velenoso dei ricatti.
Che significa per un operaio, uscire di casa nella tarda serata per rientrare solo l’indomani mattina.
Cosa accadrà dei suoi bisogni, dei suoi ritmi naturali, dei suoi spezzati e ricollocati artificialmente in sonni diurni.
Cosa accadrà nella psiche di chi perderà la proprietà di quel tempo che è proprio del riposo, dell’intimità, dell’amore, del rilassamento dei sensi.

Oltre a subire il lavoro notturno noi operai e lavoratori abbiamo perso la scala mobile.
Negli anni abbiamo visto ridurre i salari, le pensioni, la sanità. Il potere d’acquisto delle retribuzioni cala ogni giorno di più. Noi lavoratori abbiamovisto con la detassazione degli straordinari per le aziende. Questo nel provvedimento sul welfare, ricordo che le ore straordinarie, insieme al lavoro notturno (sono causa non secondaria degli incidenti e delle morti sul lavoro).

Credo che come comunisti dobbiamo rilanciare con forza un piano straordinario per il lavoro a partire da:
- Recupero salariale, magari reintroducendo una nuova scala mobile;
- Un lavoro minimo garantito “per i giovani a cominciare dal mezzogiorno;
- La difesa della dignità umana nel lavoro, è una lotta contro il lavoro precario;
- Un programma di lavori di utilità sociale, ambientale e civile.

Con queste rivendicazioni i comunisti possono uscire dalla subalternità interna al centrosinistra, senza autoridursi all’ impotenza altrettanto subalterna della testimonianza di un anticapitalismo parolaio e astratto.

ANTONELLO TIDDIA
RSU Carbosulcis

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