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Le riserve democratiche della Repubblica

(19 Gennaio 2008)

Venerdì 18 Gennaio 2008 : una giornata che passerà, nella più recente storia politica d'Italia, come un punto di passaggio probabilmente di importanza fondamentale, almeno per l'immediato futuro del sistema.

Riepiloghiamo: il “governatore” della Sicilia, Totò Cuffaro (UDC) è condannato a cinque anni per favoreggiamento (rimane al suo posto, perché è caduta l'accusa di connessione mafiosa); Silvio Berlusconi è richiesto di rinvio a giudizio per corruzione; Clemente Mastella, ministro della Giustizia dimissionario del governo di centrosinistra, inquisito mentre molti esponenti del suo partito (UDEUR) sono colpiti da provvedimenti giudiziari, chiede che l'intera maggioranza assuma una mozione di difesa nei suoi confronti e di condanna della Magistratura; il procuratore di Catanzaro, De Magistris, che già aveva inquisito Mastella in altra inchiesta viene sollevato e trasferito dal suo incarico dal CSM.

In altri tempi (nemmeno troppo lontani) almeno una parte delle forze politiche avrebbe gridato alla “questione morale”: oggi, passa tranquillamente l'idea di uno scontro diretto tra “sistema politico e magistratura”, con minacce dirette da parte del leader di Forza Italia del tipo “adesso vinciamo le elezioni, poi sistemiamo le cose...”, deboli difese del Ministro degli Esteri D'Alema (non è uno scontro tra la “Casta” e la Magistratura, dichiara in una intervista al Corriere della Sera).

Insomma, mentre restano sullo sfondo i veri problemi del paese (i metalmeccanici in lotta invadono le strade, al porto di Ravenna muoiono due operai, la spazzatura della Campania è rimasta al suo posto, le statistiche dell'ISTAT indicano l'emergere di una grave crisi economica che ormai colpisce direttamente il tenore di vita di oltre il 50% del Paese) lo scontro vero, quello attorno al quale si sviluppano le iniziative più forti dell'intero sistema politica, sembra essere quello destinato a preservare intangibilità ed impunità di un ceto istituzionale, assolutamente staccato dalle questioni vere, incapace di dare risposte, in evidente crisi di legittimazione e credibilità.

Non sappiamo cosa accadrà nella prossima settimana, se ci sarà o no la crisi di governo, mentre il referendum elettorale incombe e Veltroni ha il coraggio di dichiarare: il PD andrà da solo (a governo ancora in carica...), Forza Italia abbia il coraggio di fare altrettanto. Indicando nel PD ed in Forza Italia i soggetti del rinnovamento...

Nelle nostre parole non può esserci alcun accenno di generico qualunquismo: ma il giudizio che ci permettiamo di formulare è molto netto.

La Repubblica ha esaurito le sue risorse democratiche, è incombente una crisi verticale di sistema, che davvero non sappiamo quali esiti potrà avere.

Nella storia di questo dopoguerra, altri momenti simili furono affrontati appunto attraverso l'utilizzo di quelle che abbiamo definito “risorse democratiche”: il Luglio '60 con il tentativo fascista, attraverso l'allargamento della maggioranza ai socialisti che si misurarono comunque con una idea della programmazione, dell'intervento pubblico, dello stato sociale; l'avvio degli anni '70 con la solidarietà nazionale (cui da sinistra ci opponemmo con forza, ma sempre all'interno di un quadro che offriva – appunto – risorse).

Adesso, in un Paese che il CENSIS ha definito attraversato dalla “maciullaggine sociale”, assistiamo ad una sorta di sfinimento progressivo, di incapacità ad assumere il concreto come riferimento, di una sistema quasi estraneo alla storia.

Colpisce l'atonia della sinistra, priva di quadri, inesistente nel paese, incapace di uscire dalla logica governativista.

Abbiamo tracciato un quadro catastrofico, che ci appare però assolutamente realistico: a chi tocca una risposta?

Savona, li 19 Gennaio 2008

Franco Astengo

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