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La breccia nel muro a Rafah è un atto di libertà

Ed è un duro monito per UE, quartetto e Egitto

(24 Gennaio 2008)

Le migliaia di Palestinesi che stanno attraversando in queste ore il valico di Rafah, la breccia nel muro e nell'assedio voluto da Israele contro la popolazione civile rappresentano le vere azioni di resistenza e di affermazione di libertà di un popolo, e non il lancio di rockets sui civili israeliani che sono contrari alla legalità internazionale tanto quanto le stragi di popolazione palestinese compiute dai raid israeliani.

Quando cadono i muri vi è sempre un senso di libertà e le immagini che ci arrivano dal sud di Gaza, con uomini e donne diretti verso l'Egitto per comprare generi di prima necessità, cibo, medicine introvabili in seguito a quattro giorni di chiusura totale e black out nella Striscia, rappresentano il risultato naturale dell'assedio disumano imposto da Israele: come ha giustamente dichiarato il Presidente Mahmoud Abbas la responsabilità ricade sulla politica israeliana che ha portato la popolazione allo stremo spingendola valicare i confini della gabbia dove è rinchiusa e punita collettivamente contro ogni umanità e legalità internazionale.

Questo è l'esito prevedibile di una politica di isolamento non solo nei confronti di Hamas, ma soprattutto del milione e mezzo di abitanti di Gaza, che anche l'Unione Europea ha fatto propria avallando di fatto l'embargo deciso da Israele. Hamas da questa situazione rischia di uscire rafforzato e non indebolito viste anche le manifestazioni che hanno avuto luogo nel mondo islamico in questi giorni di buio e freddo a Gaza.

Le persone che sciamano verso l'Egitto o anche quelle che dopo mesi di esilio forzato tornano verso Gaza, portando merci di ogni genere, mostrano a tutti noi la tragedia di un popolo assediato ma mai rassegnato, e che ha visto in prima linea le donne, con la manifestazione duramente repressa ieri: sono queste le azioni, non violente, che andrebbero sostenute e in cui i Palestinesi dovrebbero ritrovare forza e unità. Spero che non vengano usate da nessuno per una separazione definitiva tra Gaza e la West Bank di quello che dovrebbe essere lo Stato Palestinese sui territori occupati nel 1967.

Ma certamente sono anche un monito per tutta la Comunità Internazionale, in primis il Quartetto, l'Unione Europea e l'Egitto che hanno la responsabilità del transito di merci e persone al valico di Rafah e che non sono mai stati in grado di assolvere questo compito.

Auspico che il valico di frontiera con l'Egitto venga aperto subito e che si stabilisca la legalità e la libertà di movimento per persone e merci e non le chiusure arbitrarie da parte di Israele. Se c'è traffico di armi si può fermare senza bombardamenti e senza chiudere la popolazione in una prigione a cielo aperto.

Spero che il Governo Olmert recepisca il messaggio: soltanto la fine dell'assedio di Gaza, dei raid e dell'occupazione militare può garantire la sicurezza per entrambi i popoli e la coerenza indispensabile per il rispetto degli impegni di pace.

Bruxelles, 23 gennaio

LUISA MORGANTINI
Vice Presidente del Parlamento Europeo

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