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Il Governo dimissionario rifinanzia tutte le missioni militari

(25 Gennaio 2008)

Nonostante la crisi di governo, il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, di corsa, un decreto che rifinanzia tute le missioni militari all'estero.

Alla vigilia della giornata di mobilitazione contro le basi militari e contro la guerra, il Governo Prodi -dimissionario- ha approvato di corsa un decreto-legge che rifinanzia tutte le missioni militari all'estero, a cominciare da quelle in Afghanistan e in Kosovo ove la presenza italiana è piu' massiccia.
Anche se molti ministri di "sinistra", visto anche il clima preelettorale, non hanno diplomaticamente partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri, si tratta di un atto grave e provocatorio, che dimostra ancora una volota tutto il servilismo e la becera sudditanza della nostra classe dirigente alla politica imperialista degli USA.
Il decreto,comuque, dovrà essere convertito in legge e non e' chiaro da quale maggioranza parlamentare.

Nonostante le velleità guerrafondaie del Presidente Napolitano e di molti altri esponenti politici autorevoli, esistono moltissime ottime ragioni per procedere -e alla svelta- al ritiro di tutte le truppe italiane all'estero, specie dall'Afghanistan, dal Kosovo e dal Lbano.
Oltre alle ragioni di principio ("L'Italia ripudia la guerra...", art. 11 della Costituzione), vi sono infatti validissime ragioni economiche.
La spesa per queste missioni e, in genere, la spesa militare è enormemente cresciuta negli ultimi anni proprio grazie al governo amico (di Bush!) che ha anche finanziato megagalattici progetti per armamenti ultrasofisticati (portaerei Conte di Cavour, dieci nuove fregate, 121 caccia Eurofighter F-35) con una spesa di molti miliardi di euro.
Tutto questo avviene quando a pensionati e metalmeccanici vengono graziosamente elargiti pochi spiccioli...

Attualmente l'Italia è impegnata in 27 missioni in tutto il mondo e impiega ben 7.714 militari, mercenari e lautamente retribuiti.
Le missioni piu' impegnative e piu' a rischio sono quelle in:
Afghanistan: 2.290 soldati;
Kosovo, Bosnia e Albania: 2.255 soldati;
Libano: 2.450 soldati.

In Afghanistan i soldati italiani sono ormai impegnati in vere e proprie operazioni d guerra e nel paese è enormemente cresciuta la produzione di oppio che, pari ormai a oltre il 90% della produzione mondiale,
viene raffinato direttamente in loco e trasformato in eroina. Cio' ha determinato, in Occidente, sul mercato clandestino della droga, una vera e propria crisi da eccesso di offerta ed anche per questo è ripreso alla grande il consumo di eroina a basso costo.
Sono questi i nobili obiettivi che gli eroici militari italiani perseguono in Afghanistan?
Non c'è bisogno, poi, di ricordare che il Kosovo, con la prossima secessione dalla Serbia, è una polveriera che sta per esplodere.
Altrettano si puo' dire per la missione in Libano, la cui pericolosità è evidente.

Questa politica militare, dunque, oltre che disastrosa dal punto di vista economico, è palesemente avventurista, scellerata e subordinata agli interessi dell'imperialismo USA.
Obiettivi del movimento per la pace e di tutti i democratici devono essere:
la riduzione cospicua delle spese militari;
il ritiro di tutte le truppe di qualsivoglia missione all'estero;
l'eliminazione e la riconversione a fini pacifici di tutte le basi militari USA e NATO presenti in Italia.

Maurizio Bassetti

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