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Prodi cade senza che sia stata modificata alcuna delle leggi presi dal governo Berlusconi

La politica del meno peggio, per paura del ritorno di Berlusconi, ha portato al peggio

(26 Gennaio 2008)

Care compagne e cari compagni, la crisi del governo Prodi apre una fase politica e sociale completamente diversa. Purtroppo questa crisi conferma tutti i nostri principali giudizi negativi sulla politica economica del governo e quelli sulla debolezza e gli errori dell’iniziativa sindacale confederale e, in particolare, della Cgil. E’ necessaria una nostra riflessione collettiva per approfondire tutta la portata di quanto è avvenuto.

Essa avverrà nelle riunioni dei Gruppi di continuità nazionali, di categoria, di territorio. Ma intanto sento necessario farvi avere queste mie schematiche considerazioni.

Dopo due anni di governo Prodi è molto probabile il ritorno al governo del centrodestra, senza che sia stata modificata davvero alcuna delle leggi o alcuno dei provvedimenti presi dal governo Berlusconi, che si ritroverà intatta tutta la legislazione sociale e istituzionale da lui varata. Nel frattempo questi due anni hanno accresciuto la sfiducia dei lavoratori e hanno creato un clima di depressione, mentre peggioravano brutalmente le condizioni di vita. Sul piano contrattuale, ci troveremo di fronte a una crescente offensiva contro il contratto nazionale, ai diritti e alle condizioni di lavoro, nel nome della flessibilità e della produttività, che, a questo punto, avrà a fianco a sé un governo di centrodestra. Potremo dire, in sintesi, che la politica del meno peggio, per paura del ritorno di Berlusconi, ha portato al peggio e al probabile ritorno di Berlusconi.

Si apre una fase diversa, nella quale tutto verrà messo in discussione e il sindacato confederale e la Cgil saranno messe di fronte alla scelta se piegarsi brutalmente a una linea aziendalista e corporativa o se riprendere il conflitto sociale. E’ difficile che la Cgil possa scegliere questa seconda via senza rivedere profondamente scelte, pratiche, strutture, gruppi dirigenti. Pur con le sue esigue forze la Rete28Aprila ha rappresentato in questi due anni un elemento di rigore e sincerità nella vita politica della Cgil; riteniamo quindi che sia il momento di dare maggior forza alla nostra Rete e di prepararci agli impegni duri e difficili che avremo di fronte. Per questo l’iniziativa della Rete nei prossimi giorni dovrà riprendere ovunque, riorganizzando partecipazione ed esperienze, verso l’assemblea nazionale che dovrà essere a, questo punto, un grande appuntamento per iniziare a costruire la risposta sociale, politica e contrattuale alla sconfitta del centrosinistra e della politica sindacale del governo amico. Mi sento in queste giornate di chiedere alle compagne e compagni il massimo di disponibilità e generosità, in vista dei tanti appuntamenti e impegni che avremo di fronte.

Cordiali saluti.

Roma, 25 gennaio 2008

Giorgio Cremaschi

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