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Suora Pronobis

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(10 Settembre 2011) Enzo Apicella
Maurizio Sacconi spiega l'articolo 8 della Manovra (quello sui licenziamenti senza giusta causa) con l'esempio delle suore violentate: "basta dire di no"

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    (Diritti sindacali)

    …a proposito di LIBERA organizzazione sindacale

    (1 Febbraio 2008)

    L’art. 39 della nostra Costituzione recita che “L’organizzazione sindacale è libera”.
    Vengono, quindi, individuati precisi criteri per la regolamentazione di tale attività:

    · la registrazione dei sindacati;
    · i requisiti minimi necessari per ottenere personalità giuridica.

    Per quanto concerne il tema della sottoscrizione del CCNL, la volontà del legislatore è stata quella di attribuire ai sindacati la POSSIBILITA’ di stipularli o meno.
    Solo l’Organizzazione Sindacale ha diritto – dovere di essere parte contraente con l’azienda.
    I datori di lavoro non sono dotati di una potestà di scelta del proprio interlocutore sindacale, in quanto priverebbero di fatto una parte dei propri dipendenti della possibilità di essere rappresentati collettivamente.

    Viene così sottolineata l’assoluta libertà associativa, e quindi rappresentativa, nei confronti dei datori di lavoro nella contrattazione in proporzione ai propri iscritti.

    Il monopolio dei confederali


    Dal 2001 (D.Lgs. 165) la normativa ha via via previsto nel Pubblico Impiego un restringimento degli spazi di agibilità sindacale, sottoponendo le organizzazioni sindacali alla “misurazione” della loro rappresentatività che non deve essere inferiore al 5% medio, calcolato sulla base degli iscritti e dei voti riportati nelle elezioni RSU, per poter essere ammessi alla contrattazione per la stipula di Contratti Collettivi Nazionali di Comparto.

    Cgil, Cisl e Uil impongono, così, il loro monopolio sindacale e chiudono qualunque spazio di agibilità a chi dissente ed ha autonomia e indipendenza rispetto agli assetti politici.

    Le RSU, già pesantemente penalizzate rispetto agli ambiti di intervento, vengono oggi scippate illegittimamente anche delle residue competenze, a favore dei firmatari di contratto.
    Viene estremizzato in maniera ossessiva il principio che la RSU è un soggetto “unitario”, mirando a sospenderne il carattere partecipativo e democratico.

    I nuovi contratti stanno formalizzando un nuovo ambito di contrattazione, quello regionale, che di fatto svuota anche le residuali funzioni dei delegati eletti direttamente dai lavoratori attribuendo la titolarità della contrattazione nel nuovo ambito regionale alle sole organizzazioni sindacali “firmatarie dei contratti nazionali di comparto”.

    Dopo l’accordo sul Welfare

    A partire dall’accordo del 23 luglio sul Welfare, è iniziato un confronto fra padronato e burocrazie sindacali per una ridefinizione di un nuovo modello contrattuale concertativo, per nuove regole sulla rappresentanza e rappresentatività, e sull’esercizio della democrazia nei luoghi di lavoro.
    Si è avviato un forte ridimensionamento del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, il quale non riuscendo a recuperare nella parte economica nemmeno l’inflazione programmata, demanda alla contrattazione decentrata il compito di recuperare le differenze già dovute, in cambio di maggior produttività.
    Un indirizzo rafforzato dalla triennalizzazione della parte economica dei contratti.
    Al momento i soli contratti del Pubblico Impiego rinnovati nel corso del 2007 sono quelli dei comparti scuola, parastato e ministeri, che hanno registrato risultati economici ben al di sotto degli obiettivi di recupero dell’inflazione e cedimenti normativi importanti anche in materia di organizzazione del lavoro e ordinamento professionale, con rimandi successivi alla contrattazione decentrata, fuori da ogni controllo dei lavoratori.
    Per i restanti comparti pubblici la trattativa è nei fatti bloccata.
    Il nuovo modello contrattuale necessariamente accelererà il processo di costruzione del sindacato aziendalistico e corporativo, e vedrà l’unificazione di Cgil, Cisl e Uil in una sola confederazione.

    La volontà di restringere gli spazi di dissenso democratico, di tappare la bocca a chi lotta contro lo smantellamento dei servizi pubblici, a chi si batte contro lo scippo delle pensioni e per un salario che restituisca dignità alla vita dei lavoratori si evidenzia anche, nella nostra realtà aziendale, nel tentativo di estromettere dalla contrattazione decentrata “COBAS Sanità, Università e Ricerca”, e nel tentativo di eleggere in modo illegittimo, nella prima riunione di insediamento della RSU, un gruppo che tratta al tavolo con la dirigenza dell’Asl 12 NON RAPPRESENTATIVO DI TUTTE LE LISTE PRESENTI NELLA RSU della AsL 12 Veneziana.

    Questa Organizzazione Sindacale vuole denunciare che, in tal modo, senza la partecipazione anche di tutte le minoranze, nessun dialogo democratico può stabilirsi fra le O.O.S.S. e l’Asl 12, rammentando che ciò è in contrasto anche con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.

    Rivendicando appieno il nostro ruolo, quale componente della RSU, per la titolarità dei diritti di informazione e negoziazione nella contrattazione integrativa, presentiamo pertanto lettera di diffida alla Asl 12.


    28 gennaio 2008

    COBAS Sanità Venezia

    Fonte

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